La Wicca, religione neopagana politeista. I più la conoscono per la popolarità raggiunta con recenti libri fantasy e telefilm. La sua origine risale però all’Inghilterra degli anni Venti e attualmente è praticata in tutto il mondo. I suoi cardini sono l’amore verso la natura, l’etica positiva e il “riconoscimento del Divino che trascende il genere e di cui si riconosce altresì sia l’aspetto femminile sia quello maschile”.
Immersi tra mistero e critiche, i wiccan, sacerdoti e sacerdotesse, streghe e stregoni, sono presenti anche in Italia. Così abbiamo incontrato e intervistato tre esponenti del Circolo dei Trivi, associazione milanese il cui presidente è Davide Marrè. Sono Marco, Marida e C. tutti e tre appartenenti ad una coven (termine tecnico per definire un gruppo spirituale). Marida e C. inoltre, gestiscono insieme un’altra coven.
Marida, raccontami di te e del tuo avvicinamento alla Wicca
“Sono responsabile amministrativa di una società. Mi sono avvicinata alla Wicca per puro caso anche se, come molte persone che si incontrano in questo percorso, avevo avuto già nel corso della vita degli input particolari che mi hanno portata ad approfondire questa spiritualità.
Mi è stato prestato qualche anno fa un libro di Zimmer Bradley come lettura leggera, fantasy, durante l’estate. Ogni pagina mi apriva delle connessioni stranissime. Da lì è cominciata la mia ricerca, ai tempi internet non c’era. Sono partita dai pochi riferimenti storici del libro e ho cercato fino a trovare una persona molto gentile. I wiccan hanno spesso difficoltà a lasciarsi andare con chi non conoscono bene. Io invece sono stata fortunata, facevo domande e lui mi rispondeva a fiume. Così ho iniziato a partecipare al suo gruppo eclettico, poi ho deciso che il mio percorso sarebbe stato con il Circolo dei Trivi che nel frattempo avevo conosciuto. Ho iniziato con i Wicca Study Group nel 2011 e ho conosciuto tante persone con cui ancora oggi si lavora e non solo”.
Come sei arrivata ad essere responsabile di una Coven?
“Questo è un percorso iniziatico. Una volta che si raggiunge il primo grado si approfondisce ulteriormente il cammino. Quando gli iniziatori pensano che tu sia pronto, e dopo un ulteriore lavoro, c’è l’iniziazione al secondo grado, quello del ‘servizio’. Nel mio caso è avvenuto ad agosto. Tutto è iniziato con un piccolo gruppo di persone ed andiamo avanti con questo lavoro di qualità”.
C. tu invece come ti sei avvicinato alla Wicca?
“Intanto preciso che sono precario, quindi vorrei restare anonimo perché questo tipo di spiritualità non è sempre ben vista e vorrei evitare di ‘tirarmi la zappa sui piedi’. Sono stato cattolico, sono stato cresciuto secondo questa religione ma fin dall’adolescenza mi ci sono allontanato. Anche perché sono gay e il cattolicesimo non è mai andato molto d’accordo con l’omosessualità.
Fino ai 30 anni ho condotto una vita agnostica. Dopo la laurea e i primi lavori, ho iniziato ad interessarmi di magia e fantasy. Sono anche uno scrittore e questo mio avvicinamento è avvenuto anche per interessi professionali. Ho iniziato a far parte di un forum di discussione online. Grazie a questo canale ho iniziato a conoscere il mondo neopagano italiano, mondo del quale fa parte la Wicca.
Sinceramente, la prima volta che ho sentito parlare di Wicca non mi ha entusiasmato. Purtroppo in Italia questa religione è arrivata attraverso certi libri discutibili che definiamo fluffy bunny, o certi film d’effetto. O ancora attraverso la moda, come con il telefilm Streghe (Charmed). Quindi la mia prima reazione è stata di distacco. Però ho iniziato ad interessarmene e così l’avvicinamento per motivi professionali è iniziato a diventare un interesse anche spirituale.
A quell’epoca sono tornato a vivere in montagna, più a contatto con la natura, dove ero nato. Mi sono reso conto che non conoscevo i nomi delle piante, che avevo perso la conoscenza per la natura. Ho iniziato anche a incontrare persone con gli stessi interessi del mondo neopagano in generale. Tra loro ho conosciuto i componenti del Circolo dei Trivi. Insomma il mio avvicinamento è avvenuto per una serie di paradossi: anche il Circolo dei Trivi, come la Wicca, non aveva una buona reputazione. Alcuni dicevano che si trattava di persone troppo serie, con un percorso strutturato, mentre per loro la Wicca non può esserlo, perché molti erroneamente pensano che sia tutta spontaneità. Mi sono quindi tenuto a distanza per poi cominciare a frequentarli poco alla volta, cautamente.
Partecipando a uno dei consueti Witches Caffè, incontri informali nel pomeriggio, ho conosciuto quello che all’epoca divenne il mio compagno. Lui non apparteneva al Circolo dei Trivi ma era uno dei migliori amici di uno dei fondatori del circolo. Noi siamo Gardneriani e Alexandriani mentre lui no, apparteneva ad un’altra corrente americana.
Ho partecipato ai suoi seminari, ma non mi avevano convinto molto, quel ramo americano non mi sembrava la mia strada. Ho preferito il percorso ‘originario’ britannico. Poco prima di partire per il mio ultimo viaggio in America ho quindi chiesto di essere iniziato e al ritorno sono entrato in questo mondo. Marco e Marida sono arrivati in uno dei due gruppi successivi e ci siamo conosciuti.
È una strada irta. Nel frattempo il nostro gruppo originario si è scisso in due gruppi e loro due sono entrati in quello in cui sono rimasto io. Si è quindi formato lo zoccolo duro del gruppo. È importante che ci sia affinità. Molte attività da noi svolte non verrebbero altrettanto bene se non avessimo questa affinità. La nostra è una spiritualità misterica che prevede un coinvolgimento emotivo molto profondo. Oltre all’entrare in connessione con le proprie energie più profonde è importante anche aprirsi e mettersi in connessione con le energie degli altri. Insomma, nel frattempo siamo diventati un bel gruppo e ci siamo presi carico di persone nuove che sono entrate”.
Marco, tu come ti sei avvicinato alla Wicca?
“Ho sempre avvertito un’estrema incongruenza nel fatto che ci siano degli intermediari, ovvero il clero, che ti dice che hai peccato. Ho sempre cercato la connessione diretta con la divinità, che sia un Dio oppure l’intero gruppo degli Dei. Questo aspetto si è poi evoluto leggendo alcuni libri, storie di romani e delle loro divinità ad esempio. Così, mi chiedevo, chi siamo noi per aver tagliato tutto questo? Tra i miei pensieri c’era il fatto che potessero esserci delle divinità ma tutto era solo nella mia mente. Poi ho conosciuto la mia ex compagna, lei si era già avvicinata a questo mondo tramite altri libri. Mi ha fatto scoprire che il mio sentire spirituale poteva essere condotto al neopaganesimo.
Sono rimasto sulle mie fino a conoscere, a Milano, alcune persone del Circolo dei Trivi andando a sentire una conferenza. Entrando in contatto diretto con loro mi sono reso conto che altri avevano già tracciato un percorso sulla stessa spiritualità che sentivo io. Ho quindi scoperto che tutto arrivava dall’Inghilterra e che queste persone erano in contatto con altre direttamente legate alle origini di Gardner e Alex Sanders stessi. Loro hanno dato indicazioni rispetto, ad esempio, ai Wicca Study Group. Anche perché, quando la Wicca è arrivata in America, è ‘esplosa’ in mille sotto generi e della Wicca originaria, in molti di questi casi, non è rimasto quasi nulla, da ciò tutte le informazioni sbagliate sulla Wicca che adesso si possono leggere in giro e che confondono solo le idee.
Da questi incontri ho insomma trovato una struttura solida e competente e ho compreso che la Wicca non si improvvisa. Ci sono stati invece degli scrittori, come avrei avuto modo di capire poi, che per vendere tanti libri a ripetizione, tipo manuali fai da te, hanno scritto che la Wicca è qualcosa di estremamente semplice, facile, alla portata di tutti, basta essere ispirati. Invece richiede molto impegno e molta costanza, non tutti possono essere disposti a fare i sacrifici necessari che essa richiede.
Si tratta di una religione di tipo misterico, come i Misteri di Eleusi dell’antica Grecia ad esempio. Più che un credo, da noi conta l’esperienza del divino che si riesce a fare. Il mistero non è qualcosa che non si vuole raccontare, un segreto che si vuole nascondere, ma è qualcosa che è molto difficile, se non impossibile, da comunicare a parole, perché riguarda la sfera delle emozioni e dei sentimenti, più che l’area razionale e intellettuale della nostra mente. Il mistero non c’entra nulla con la segretezza che invece riguarda altre cose, come la privacy delle persone che partecipano e le tecniche estatiche che potrebbero essere pericolose in mano a persone non esperte.
Ogni nostro percorso è unico ma la vera completezza la abbiamo nel gruppo, la Wicca è inscindibile da questo, perciò quelli che la praticano in solitaria e sono la maggioranza purtroppo, si perdono una parte fondamentale. Ogni gruppo è composto in media dalle 7 alle 13 persone. Per fondare una coven si deve essere minimo in 3. Non si fa proselitismo. Chi si avvicina, per curiosità, è sempre ben accetto. Si inizia a seguire seminari, incontri informativi, e si decide se proseguire e continuare ad approfondire. Noi non proponiamo mai l’iniziazione, è sempre la persona interessata che deve richiederla e magari deve aspettarsi anche un rifiuto, per una serie di ragione valide. Ora gestiamo anche noi questi incontri. Ogni anno parte un gruppo di lavoro, per un anno ci si trova una volta al mese.
Teniamo questi corsi a Bergamo, Milano, Cremona, Roma, Napoli, Taranto, Torino, Bologna e Firenze e siamo tutti collegati. Per curiosità arrivi e per curiosità entri. Non andiamo in giro a dire di essere i ‘testimoni della Wicca’. Il primo anno è informativo, se poi vuoi continuare, prosegui il cammino perché capisci che hai un interesse particolare. Alcuni vedono lo spostarsi di molti km una volta al mese come un impegno troppo gravoso e lasciano. Altri continuano. Ancora oggi noi conosciamo persone che fanno regolarmente grandi spostamenti dalla Polonia o dalla Finlandia o dalla Svezia all’Inghilterra, per andare a incontrare chi li istruisce. Io mi muovo solo da Bergamo a Milano e in confronto a quello che fanno tanti altri, il mio spostamento è niente. Conosciamo un sacco di persone a livello europeo e mondiale, ci si incontra e ci si confronta”.
Un curioso come può capire quali siano i migliori canali per avvicinarsi alla Wicca?
Marida: “Premetto che dobbiamo stare attenti a fare queste affermazioni perché molti pensano che vogliamo tirare l’acqua al nostro mulino, invece lo facciamo per tutelare le persone. Molti hanno letto libri di autori americani che dicono di rispondere a tutti i quesiti sulla Wicca, così come persone online che promettono le stesse cose. È importante leggere e informarsi, ma più importante rivolgersi a persone che hanno alle spalle un certo percorso. È importante chiedere di quale tradizione fa parte questa persona e quali sono gli elementi base di quello che sta seguendo. Altrimenti si rischia di finire in gruppi che non seguono la Wicca vera e propria. Va benissimo se si sta cercando un percorso neopagano generico e se il gruppo si riunisce nella serata di luna piena quando la nebbia sale dai prati nel bosco, in uno scenario da idillio, va bene. Ma se hai bisogno di qualcosa di un po’ più corposo, allora devi rivolgerti da un’altra parte”.
C: “Una persona dovrebbe sentire più campane possibili per farsi intanto la propria opinione e leggersi tanti libri sull’argomento. Non c’è solo la nostra tradizione, noi possiamo vantarci che questa è – di fatto – quella originaria ma ce ne sono tante altrettanto serie. Bisogna evitare di seguire gruppi auto costituiti e persone che si autoproclamano guru risolvi tutto. Non esiste.
Bisogna guardarsi anche da chi ti offre l’iniziazione per soldi, anche questo non esiste… bisogno stare attenti, saper distinguere; una cosa sono i gruppi di studio che insegnano gli elementi base della Wicca, della pratica magica occidentale e del paganesimo, che sono dei veri e propri workshop/seminari, a cadenza mensile o bimestrale, con relativi costi e questi li facciamo anche noi…ma un’altra cosa è l’iniziazione, che è qualcosa di completamente diverso e per la quale non si deve mai pagare.
E’ vero che molto spesso quelli che poi vengono a chiederci l’iniziazione, sono tra coloro che hanno seguito uno dei nostri corsi e ci hanno conosciuto e hanno acquisito fiducia in noi e noi in loro. Insomma i corsi sono uno dei modi per conoscersi reciprocamente, ma non è detto che chi frequenta un corso poi in automatico possa chiederci l’iniziazione. Anzi spesso assieme capiamo qual è il loro percorso migliore e li indirizziamo da quell’altra parte.
Marida: “In generale, se fanno le cose troppo facili, si capisce che non si sta seguendo un filone dalle profonde radici. Se a te va bene, ok”.
Cosa significa seguire la Wicca di tradizione Gardneriana?
C: “Innanzitutto bisogna conoscere la sua storia. La Wicca ha un mito di fondazione, ma l’origine rimarrà sempre avvolta nel mistero, comunque gli storici hanno chiarito che tutto partì da un gruppo formatosi in Inghilterra meridionale tra teosofi negli anni ’20. Essi si incontrarono e fusero con un gruppo che chiameremmo di ‘guaritori di campagna’, cunning folk, insomma persone che conoscevano le erbe, il folklore, la guarigione e la magia popolare. Nasce così il primo nucleo ispiratosi anche al libro ‘Il Dio delle Streghe’ di Margaret Murray, un’archeologa. Lei raccontava come le streghe perseguitate dalla chiesa nel Medioevo altro non erano che le ultime esponenti di un culto pagano della fertilità, fino a quell’epoca rimaste ‘nascoste’ nelle campagne.
L’ipotesi di un culto nascosto sopravvissuto per tanti secoli però è stata smentita dagli storici. È stato però provato che, fino all’età moderna, varie derivazioni pagane sono rimaste tra folklore e superstizione nella popolazione di campagna. Ad esempio, molti santi della chiesa cattolica derivano da divinità pagane che questa non è riuscita a demonizzare. La più famosa è Santa Brigida in Irlanda.
La Wicca nasce nell’Inghilterra degli anni ’20. Perché? Perché è stato il primo paese a subire gli effetti malsani di fabbriche e ritmi snervanti derivati dalla rivoluzione industriale. Molti hanno sentito il bisogno di un ritorno alla natura. Siamo anche al tardo romanticismo e questo movimento ha influenzato la nascita della Wicca con il suo ritorno ai sentimenti e alle emozioni.
Insomma, questi sono stati i fattori che hanno influenzato la creazione della Wicca. I fondatori si chiamavano maghi e streghe. Poi, nel 1939 Gerald Gardner ha dichiarato di essere stato iniziato in questo gruppo. Insieme a lui collaborava molto Dafo.
Fino al 1951 la legge inglese proibiva la stregoneria. Nel frattempo però lui scrisse un romanzo in cui anticipò questa religione stregonesca. Una volta abrogata la legge, scrisse un saggio vero e proprio. Venne molto criticato dai primi fondatori, ma per lui era importante che tutto sopravvivesse. Così riuscì a rifondare il gruppo ed è per questo che la Wicca attuale si rifà a lui. Gardner era un esperto esoterista e studioso del folklore. Faceva parte della società teosofica e di un ordine druidico ed era stato iniziato alla massoneria. Così, con il contributo fondamentale di Doreen Valiente, riscrisse la Wicca.
Per noi, più che il credo, è importante e fondamentale la cosiddetta prassi, ovvero le pratiche costanti nel tempo che svolgiamo”.
Quali sono le pratiche svolte dai wiccan? Quali riti potete raccontarmi?
C: “Il rito classico, gardneriano/alexandriano, prevede purificazioni iniziali dello spazio e delle persone. Per la Wicca non è importante avere un edificio. Puoi celebrare sia in natura, sia dove hai uno spazio. Tutto però deve essere preparato con la purificazione.
Per la Wicca è importante il contenitore del rituale, ovvero il cerchio.
‘Noi ti evochiamo, Sacro cerchio di potere affinché tu sia un luogo di pace, amore e verità, confine tra il mondo degli uomini e il reame dei potenti un contenitore delle energie che innalzeremo al tuo interno’.
Questa è, per esempio, una parte presente in ogni rituale”.
Marida: “È fondamentale che venga fatta bene questa invocazione per la sicurezza e l’incolumità dei partecipanti perché questo contenitore isola le persone al suo interno da qualsiasi influenza negativa. Come nella magia rinascimentale si facevano delle invocazioni esterne, in questo caso si realizza questo cerchio di protezione e contenimento”.
C: “Si costruisce insomma lo spazio sacro che crea una connessione tra tutti i presenti. Non puoi lavorare con persone con le quali ‘stoni’. Quando siamo all’interno di questo cerchio, siamo tra i mondi. Il contenitore è il punto di contatto tra il piano materiale e il piano spirituale. Questo è il luogo dentro il quale cercheremo di avere l’esperienza del divino. Seguendo la terminologia appropriata, diciamo ‘drawing down’ ovvero ‘tirar giù’ il divino nel mondo umano.
Come avviene? Generalmente un sacerdote invoca su di una sacerdotessa la divinità, (o viceversa). La sacerdotessa ospiterà il divino dentro di sé. Quello che sente personalmente la sacerdotessa o, al contrario, il sacerdote, è il mistero. Ognuno percepisce e sente questa connessione con il divino in modo differente. Purtroppo quelli che fanno la Wicca all’acqua di rose non realizzano questo passaggio con serietà. Non è un evento che riesce sempre anche se, nella maggior parte dei casi, si sente la presenza del divino.
La persona che viene investita, di solito, recita un cosiddetto incarico, ovvero fa una specie di discorso come se la divinità fosse effettivamente dentro di lui. Può farlo spontaneamente lasciandosi andare, ispirato dalla divinità, o può prepararsi”.
Marco: “Insomma una persona è incaricata di chiamare la divinità, ricordandone le sue caratteristiche ad esempio e gli altri lo sostengono psichicamente. Un’altra persona è quella destinata a ricevere questa energia. Puoi riceverla e viverla come un fattore misterico, ognuno la vive diversamente da un altro”.
C: “A volte si può fare questa invocazione anche senza incaricare un destinatario, ma invocando la presenza della divinità direttamente all’interno del cerchio”.
Quando parlate di divinità invocata nei rituali, intendete sempre una divinità differente o si parla di divino in generale?
C: “Bisogna lavorare con una divinità specifica perché se è troppo generico non funziona. Per invocare una divinità bisogna conoscerla bene, avere lavorato a lungo con essa, è molto più difficile improvvisare tutta questa operazione in poco tempo, con una divinità quasi sconosciuta, anche se non è del tutto impossibile. E i risultati perciò possono essere vari. Questa operazione può dare un po’ alla testa, ospitare il divino dentro di se’ non è cosa da tutti i giorni. Nel nostro caso si raccomanda a tutti i componenti del gruppo di stare con i piedi per terra. Dopo il rituale c’è apposta la libagione, un atto di celebrazione che serve anche per radicarsi e tornare ‘sulla terra’.
Allora cos’è il divino? Il problema è che ognuno di noi ha una visione differente. Ci sono atei o agnostici che pensano al divino come espressione della psiche che emerge, come l’inconscio collettivo di cui parlava Jung. A noi non interessa come ciascuno di noi le concepisce.
Per me queste divinità hanno la loro personalità che si manifesta nella vita di tutti i giorni, alcune sono anche un po’ capricciose. Magari siamo noi che ci facciamo ‘paranoie’ ma viviamo molte esperienze che ci confermano quanto pensiamo”.
Marida: “Anche per me è così. A seconda della necessità del momento o del periodo dell’anno, sperimentiamo come rivolgendoci a una certa divinità, piuttosto che un’altra, il risultato sia diverso. Questa per me è la prova che esistono queste individualità anche tra i divini. La Wicca è una religione politeista”.
C: “Chi ha un approccio ateo vede, nell’espressione di queste individualità, i vari archetipi. Ad esempio la Grande Madre, il Dio del Cielo, il Fanciullo Divino, il Dio che si sacrifica”.
Potete fare qualche esempio di come si manifesta la personalità delle divinità?
Marida: “Ho partecipato a un rituale mirato a un processo di guarigione interiore. Ognuno di noi buttava simbolicamente nel calderone le proprie difficoltà di cui sbarazzarsi con il solo gesto delle mani. Il gruppo era formato di 15 persone. Le ultime tre persone che hanno fatto il gesto di buttare le loro zavorre nel calderone, hanno creato una sorta di corto circuito: la penultima persona ha fatto uscire tutto.
Questa forza ci ha buttato all’indietro. Per fare questo il sacerdote aveva invocato una divinità orientale che potesse riportare pace nel gruppo. L’ha fatto cantando. In pochissimi secondi i visi delle persone si sono trasformati e sono sparite le tensioni. Quando provi nella vita pratica queste cose non puoi non pensare che esista una divinità che agisce in un certo modo perché è nelle sue corde farlo”.
Marco: “Pensiamo ai romani e ai greci, anche loro pensavano che gli Dei erano birichini o gelosi. È vero che studiamo con la mitologia il mondo greco e romano ma molti si rifanno anche ad altre divinità orientali o latino americane. Secondo me è più difficile riuscire a connettersi con divinità più lontane alla nostra cultura però ognuno la vive a modo suo. C’è chi da sempre studia queste divinità e si sente connesso molto a loro lo stesso”.
Quando e perché si praticano i rituali della Wicca?
C: “Tradizionalmente c’è la ruota dell’anno. Ci sono 8 riti maggiori stagionali che seguono i cicli della natura, come equinozi e solstizi e poi ci sono altri riti legati ai cicli naturali come quelli legati ai cicli della luna. In base a ciò di cui ho bisogno, è bene pensare al giusto periodo dell’anno o al giorno giusto, oppure realizzare il rito corretto in base a questo. Si possono realizzare anche riti al momento del bisogno”.
Quale relazione c’è tra la Wicca e la magia?
C: “Quando parliamo di magia non pensiamo ad Harry Potter con la bacchetta magica, ovviamente. Si tratta piuttosto di un legame con la psicologia. Le forme pensiero sono forme che condizionano il nostro agire e l’agire dell’altro. Significa riuscire ad influire sulla realtà grazie alla forza della nostra volontà, mettersi in connessione con tutti gli altri con l’obiettivo che ci siamo prefissati.
Ad esempio, se devo fare un viaggio, inizio a condizionare tutte le persone che stanno intorno a me e i miei comportamenti vengono influenzati da questo. Allo stesso modo facciamo di tutto per condizionare ciò che ci sta intorno per la buona riuscita del nostro obiettivo. È opportuno visualizzare la questione come se fosse già realizzata.
Capiamo, d’altra parte, che non ha neppure senso fare per forza qualcosa se tutto rema controcorrente. È opportuno anche capire come sfruttare la corrente ‘energetica’. È difficile parlare di questi argomenti ma lo facciamo per far capire cosa significa rapportarsi con il mondo”.
Marida: “Ognuno di noi inoltre condivide un importantissimo intento comune: tutto è ammesso purché non faccia del male a nessuno. Non bisogna fare del male o condizionare la mente degli altri. Se non danneggia nessuno, fa ciò che vuoi. Ovviamente questo a partire da te stesso”.
Come la Wicca influenza la vostra vita di tutti i giorni?
Marco: “Dipende anche dalle tue potenzialità. Seguire questa religione aiuta a conoscere meglio le proprie difficoltà e riflettere su se stessi. È importante poi riuscire ad agire e parlare riflettendo prima, così come aiuta a osservare se stessi all’interno del mondo. Anche i rituali aiutano molto ad analizzarsi, vista appunto la presenza della psicologia junghiana. È un percorso che fai in compagnia ma tuo personale. A differenza di quelli che viaggiano da soli, però, abbiamo una serie di punti di vista differenti per i quali confrontarci. Chi lavora da solo, se le canta e se le suona”.
C: “Quando diciamo che il simbolismo ci aiuta a capire quello che stiamo vivendo, per capirlo faccio l’esempio classico del cerchio a 4 punti cardinali. Ognuno di noi è legato ad un elemento e a ciascuno degli elementi tradizionali sono legati degli aspetti come per l’aria, razionalità e intelletto. Per la terra, ad esempio, è la capacità di essere pragmatici e fermi. Mentre il fuoco è energia, intuito. All’acqua vengono associati i sentimenti. È quindi importante che ci siano tante personalità diverse all’interno del gruppo perché si diventa complementari e ci si aiuta a vicenda visto che ognuno ha caratteristiche più simili ad un elemento piuttosto che un altro”.
Marida: “Per me vivere la Wicca quotidianamente significa avere una connessione costante. Nel senso che i piedi sono ben radicati ma, nello stesso tempo, la mia spiritualità è sempre aperta. Se non ci fosse alimento che viene dalla spiritualità non potremmo essere persone vive emotivamente e un wiccan, a maggior ragione, è sempre proteso verso gli altri. Ad esempio, quando cucino, mescolo in senso orario nella pentola. Mi trovo spesso a indirizzare le mie energie in casa pensando di alimentare gli altri non solo per tenere in vita il corpo ma anche per mantenere la mente vita”.
Marco: “Io suono il sax da molto tempo. Da un paio di anni in tanti mi hanno iniziato a dire che trasmetto qualcosa di particolare mentre suono. Chi mi ascolta percepisce che c’è qualcosa dentro di me che sta andando oltre”.
È molto importante nella Wicca la presenza del dualismo Dio/Dea. Qual è la posizione di questa religione riguardo ai matrimoni tra coppie omosessuali?
C: “Ci sono coven rimaste con una mentalità più chiusa ma sono davvero rare, ne esistono alcune negli Usa. In generale è una religione aperta a tutte le diversità. Addirittura ci sono state grandi polemiche ma riguardano una minoranza: si dibatteva sul fatto che una persona transgender, da uomo a donna, dal momento che diventa donna dovesse fare la sacerdotessa o il sacerdote. Per me è una cosa ovvia, per altri no e hanno fatto storie ma sono proprio una sparuta minoranza, appunto particolarmente in America”.
Marco: “La Wicca insomma, in generale, è aperta alle diversità. Questo perché, se le cose funzionano bene, il giudizio è sospeso. Posso essere d’accordo con te o no ma non c’è il giudizio. Quindi non c’è motivo di escludere l’omosessualità”.
Marida: “L’unica cosa che si giudica, all’occorrenza, è il comportamento o il pensiero ma non la persona. Il legame rimane quello che era prima”.
C: “Questo non significa che la Wicca sia buonista. Se una persona commette un comportamento scorretto nei miei confronti, allora farò in modo di non avere più nulla a che fare con lei senza fare nulla di negativo verso di lui”.
A proposito di buonismo, c’è un punto di vista particolare per quanto riguarda l’orientamento politico della Wicca?
C: “Diciamo che oggi per la maggior parte la Wicca è orientata a sinistra. Se agli inizi come movimento di opposizione alla modernità e che mitizzava la “campagna” la Wicca era probabilmente molto più reazionaria e conservatrice, ora è sicuramente molto più aperta, progressista, ‘liberal’ come si dice in America. Questo cambiamento è avvenuto a partire dalla fine degli anni ‘60 quando la Wicca e la controcultura di sono influenzate profondamente a vicenda. Il movimento di liberazione femminile, la rivoluzione sessuale, il movimento ecologista hanno trovato nella Wicca un naturale approdo, visto il ruolo rilevante della donna, e la sacralità del corpo umano e della natura in questo percorso.
Certo anche all’interno della Wicca ci possono essere anche persone più orientate a destra, o di altri orientamenti politici, ma io non ne conosco molti. Più probabile si trovino al di fuori della Wicca, nel più vasto gruppo del paganesimo, ad esempio ci sono quelle persone che seguono la spiritualità romana che sono tendenzialmente più di destra. Come molti di quelli legati alla spiritualità norrena. Questi li definiamo veteropagani, perché sono coloro che vorrebbero riportare ai giorni nostri usi, costumi e valori del passato. Inoltre hanno spesso una visione etnica del loro culto, in certi casi razzista. Noi invece siamo neopagani perché sì, ci ispiriamo al passato ma nel contesto moderno nel quale viviamo”.
Marida: “Ovviamente neppure l’appartenenza politica è motivo di giudizio all’interno della Wicca. Certo, è una religione dove si parla di ecologia e amore per gli altri quindi questo deve essere nelle tue corde”.
Vivete il vostro culto alla luce del sole o vi nascondete?
Marco: “Parti dal fatto che esiste l’associazione religiosa (prende anche il 5 per mille) e ha un luogo dove possono essere svolte attività. Quindi tutto è pubblico. Nascondersi a Milano, oggi, no. Poi nello specifico, bisogna vedere caso per caso. Una donna del circolo, dopo aver divorziato, ha rischiato di perdere i bambini per richiesta dell’ex marito vista la sua appartenenza alla Wicca. Il presidente del nostro circolo è dovuto andare in Tribunale per testimoniare cosa sia la Wicca. Fortunatamente la questione si è conclusa positivamente”.
C: “In certi paesi o in alcuni stati degli Usa, ad esempio, anche i sacerdoti Wicca possono celebrare ufficialmente il matrimonio o vanno nelle carceri a dare conforto. Quindi si tratta di una religione ‘alla luce del sole’. Io rimango anonimo in questa intervista per evitare problemi, sia dal punto di vista lavorativo, sia familiare”.
Marida: “Io perché ho una famiglia molto cattolica, molto religiosa che non sa della mia religione. Questione importante che sta ora affrontando il nostro presidente è quello di far approvare dal Governo anche le comunità neopagane in Italia in modo tale da riportarne anche una visibilità positiva. Ricordiamo che in Italia, secondo Costituzione, si dice che tutte le religioni sono uguali ma d’altra parte ha incorporato i Patti Lateranensi in cui c’è una religione più uguale delle altre. Le altre religioni che vogliono riconoscimento da parte dello stato devono seguire una particolare procedura, chiamata intesa e regolata dall’articolo 8 della Costituzione. Ci vogliono 20 o 30 anni prima di riuscire ad ottenere questo riconoscimento. Il nostro processo è partito solo nel 2016, ci sarà davvero molto da attendere, anche perché siamo pochi”.
Quanti sono gli appartenenti della Wicca in Italia?
C: “I simpatizzanti sono molti, chi segue realmente la Wicca, invece, sono poche migliaia. Facciamo anche fatica a contarci perché ci sono quelli che vogliono fare da soli, quelli che dicono di non voler essere indicati come una chiesa etc. Insomma i punti di vista sono tanti e alcuni non hanno aderito alla richiesta rivolta al Governo”.
Come intende il divino un wiccan?
C: “Per i cristiani, la divinità è trascendente, sta al di fuori del mondo. Per la Wicca c’è questo aspetto ma dall’altro lato della medaglia c’è la divinità immanente che si manifesta ovunque, dentro di me e nelle cose. È importante questo aspetto e ciò che cerchiamo di fare noi è di risvegliare quel divino che abbiamo dentro di noi”.
Marida: “Io vengo dalla tradizione cattolico cristiana vissuta molto intensamente, stavo per fare la catechista da ragazza. Quel di più che ha la religione neopagana è il fatto che ci metti del tuo anche ‘magicamente’. Hai dei poteri in più. Pensiamo anche che la distinzione tra religione e magia non esisteva un tempo, quindi noi riprendiamo questa tradizione”.
Marco, ti sei sposato con la Wicca, c’era la tua famiglia? Come funziona il matrimonio wiccan?
Marco: “Sì, il rituale è aperto a tutti. Il matrimonio avviene facendosi delle promesse tra gli sposi. Anche in questo caso si fa nel cerchio e non solo i wiccan possono prenderne parte. Basta scegliere la location, ci sono un sacerdote e una sacerdotessa che celebrano un rito. Si segue il rito tradizionale, più i passaggi per il matrimonio. Uno in particolare è quello delle mani legate tra gli sposi, detto handfasting. Ovviamente questo non prescinde dal fatto che due persone possano lasciarsi, così come si sa bene che si avrà per sempre un particolare legame”.
Marida: “Tradizionalmente, il matrimonio durava un anno e un giorno per la Wicca. Questo perché il matrimonio si intende vincolante nella misura in cui le due persone si vogliono bene e l’amore viene tenuto vivo. Se questo rapporto deve finire, si deve far finire. Così, dopo un anno e un giorno, si possono rinnovare le promesse o decidere che non si sta più insieme”.
Esiste un rapporto tra la massoneria e la Wicca?
Marco: “Inizialmente, le società segrete e l’esoterismo inglese, erano molto connesse anche alla massoneria, quella corporativa, fatta di regole e rituali. Come detto, molti di questi personaggi ‘fin de siècle’ praticavano o frequentavano molti ambienti differenti. Molti di questi nobili, ricchi, benestanti inglesi non faceva molto durante la giornata e l’esoterismo aveva un certo fascino.
Uno dei più importanti maghi della storia è stato John Dee, il ‘Mago’ alla corte della Regina Elisabetta I. È stato un matematico, geografo, alchimista, astrologo, astronomo, navigatore. Si dedicò inoltre per la maggior parte della vita all’occultismo, alla divinazione e alla filosofia ermetica. La Wicca, invece, ha preso una sua strada, perchè Gardner trovò la Coven Bricket Wood ed elaborò altri aspetti. La Massoneria, del resto, di certe cose non se ne occupa molto.
Quindi era collegata nel senso che alcuni aspetti vengono anche da lì, per commistione, ma poi, per naturale evoluzione, possono essere definiti dei ‘richiami’. Diverso l’apporto delle società esoteriche teosofiche (pensiamo a Madame Blavatsky o l’ordine della Golden Dawn)”.
Come si definisce un o una Wiccan?
Marco: “In due modi: priest o priestess e witch, che in inglese è unisex. Da noi, un iniziato Wicca è sacerdote e strega/stregone e sacerdotessa e strega. La parola stregone in effetti non piace a nessuno in Italia quindi usiamo il termine ‘witch’, strega all’inglese”.