Passi avanti per le persone transgender in Italia. Dal 25 febbraio, infatti, i giovani “in cui la pubertà sia incongruente con l’identità di genere” possono aver accesso gratuitamente alla triptorelina come stabilito da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
Si tratta del medicinale che, in pratica, agisce sul corpo riducendo la produzione di alcuni ormoni in modo da far diminuire i livelli di testosterone nell’organismo (per le mtf) e i livelli di estrogeni (per gli ftm). Ovviamente, il carico totale a cura del Servizio sanitario nazionale, potrà avvenire solo a seguito di una “diagnosi confermata da una equipe multidisciplinare e specialistica e in cui l’assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non sia risolutiva”.
Cosa significa tutto questo? Significa che i giovani in età della pubertà, il cui genere sessuale percepito sia differente da quello biologico, potranno arrestare lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari, in attesa di una conferma definitiva che possa avviare la terapia ormonale sostitutiva, ovvero la transizione.
Un importante cambiamento, quindi, per il quale abbiamo voluto chiedere un parere all’avvocato Gianmarco Negri, specializzato in tematiche Lgbt, trans ftm e attivista, che abbiamo intervistato qualche tempo fa (qui).
«Sono molto contento di questa determinazione di AIFA» commenta. Ma precisa: «Chiaramente, è previsto un protocollo molto garantista (ed è corretto) che consente di individuare i casi molto specifici in cui possa esserci la possibilità di utilizzare questo farmaco. Ciò permette quindi di valutare anche eventuali effetti collaterali a carico della persona che sta assumendo la triptorelina. Evidentemente, nel caso di risposte non previste, i medici interverranno con una diversa somministrazione (come capita per la terapia ormonale sostitutiva)».
Per quanto riguarda la gratuità, per Negri «è il minimo». Questo perché, effettivamente, «anche la terapia ormonale sostitutiva (ovvero la prescrizione del testosterone o della estrogenica ndr.), dovrebbe esserne compresa».
Infatti, continua Negri, «una persona che avvia un percorso di transizione non può interrompere la terapia. Ci sono delle controindicazioni alle interruzioni della terapia ormonale: non solo per l’ulteriore femminilizzazione o mascolinizzazione in corso ma per la salute e il benessere fisico dell’essere umano stesso. Infatti, quando la nostra composizione ormonale viene stabilizzata con la terapia ormonale sostitutiva, è necessario che essa sia mantenuta».
E per quanto riguarda la gratuità della triptorelina per i più giovani, Negri ammette: «Poter mettere la parola “pausa”, in attesa di vedere poi riconfermata in età successiva la volontà di avvicinarsi al genere percepito differente da quello biologico, è un’enorme opportunità. Avrei voluto poterla avere anche io».
Questo farmaco, infatti, «evita di dover intervenire, successivamente, anche con il bisturi su caratteri secondari che ormai si sono sviluppati. Basti pensare al seno, alla barba, al pomo d’Adamo, alle corde vocali, tutte parti del nostro corpo che, nel corso dello sviluppo, prendono una determinata direzione. Insomma, conclude Negri, «poter aspettare e poi poter decidere può essere di gran beneficio».