Siria, migliaia di bambini vaccinati nelle tendopoli di Rukban grazie a Unicef

Il personale sanitario locale, supportato dall’UNICEF, è riuscito a vaccinare migliaia di bambini durante una missione di 9 giorni nelle tendopoli di Rukban, nel sud-ovest della Siria a ridosso del confine con la Giordania, (sigillato dal 2016) in cui vivono oltre 40.000 persone – per la maggior parte donne e bambini.

La missione congiunta di UNICEF e Mezzaluna Rossa Araba Siriana (SARC) a Rukban rappresenta la più grande distribuzione di aiuti umanitari avvenuta nel corso dei quasi 8 anni della guerra civile siriana (il cui inizio è convenzionalmente identificato con il 15 marzo 2011).

30 dei 118 camion del convoglio trasportavano aiuti di prima necessità dell’UNICEF per i bambini, fra cui kit sanitari e nutrizionali per 20.000 bambini e mamme, kit igienici per oltre 40.000 persone, kit didattici e ricreativi (fra cui libri di scuola, cancelleria e zaini) per oltre 8.000 bambini in età scolare.

«I bambini a Rukban e in altre aree difficili da raggiungere della Siria combattono per la loro sopravvivenza e hanno bisogno di assistenza umanitaria immediata prima che sia troppo tardi» afferma il Direttore esecutivo dell’UNICEF Henrietta Fore, che aveva visitato la Siria nel dicembre scorso. 

«Quest’ultimo convoglio umanitario ci ha permesso di portare aiuti di cui c’era un bisogno disperato ad alcuni dei bambini e delle famiglie più vulnerabili. Anche se questo è un passo nella giusta direzione, continuiamo a chiedere a tutte le controparti di garantirci un accesso regolare, duraturo e senza restrizioni a beneficio di tutti i bambini della Siria». 

A Rukban vi è estrema carenza di servizi sanitari: mancano medici professionali e funzionano solo pochi ambulatori, scarsamente equipaggiati. Nelle tendopoli, questo inverno, sono morti almeno 8 bambini, la maggior parte dei quali neonati, a causa delle temperature gelide e della mancanza di assistenza medica. 

«I mesi invernali sono stati incredibilmente duri per le madri e i bambini di Rukban. La loro salute è indebolita da una scarsa alimentazione e da condizioni di vita estremamente difficili» sottolinea Fran Equiza, Rappresentante dell’UNICEF in Siria, che ha viaggiato con il convoglio. «Senza accesso a strutture mediche adeguate e a personale medico qualificato, una semplice complicazione durante il parto potrebbe facilmente essere fatale per la madre e per il neonato». 

Circa 3.000 bambini in età scolare a Rukban non frequentano la scuola a causa del sovraffollamento delle poche aule disponibili, della carenza di insegnanti qualificati e della estrema povertà delle famiglie, che rende la tassa scolastica mensile in vigore in Siria (pari a 3,5 dollari) troppo cara per moltissime famiglie. 

«Anche in aule fangose e sovraffollate, dove i bambini siedono per terra e la lavagna è un pezzo di carta attaccato al muro, ho incontrato bambini ansiosi di imparare e contentissimi di vedere i loro nuovi zaini» riferisce Equiza. «Per questi bambini la scuola è molto più che un mero luogo di apprendimento. Essa è anche uno spazio sicuro, che tiene fuori dalle sue mura la dura realtà quotidiana».

I genitori e i ragazzi che vivono in questi accampamenti precari manifestano grande preoccupazione per i pericoli incombenti come il lavoro minorile, i matrimoni precoci, la violenza sull’infanzia e quella contro ragazze e donne. 

«La situazione umanitaria nei campi rimane disperata per i bambini e le famiglie bloccate in quest’area remota – prosegue Equiza – I bisogni urgenti di cibo, acqua, assistenza sanitaria e alloggio rimangono quanto mai urgenti. Gli aiuti umanitari possono essere soltanto un sollievo temporaneo». 

Il convoglio di questa settimana rappresenta un passo positivo, ma l’UNICEF continua a chiedere a tutte le parti di fornire accesso prolungato e senza condizioni a tutti i bambini in Siria. Tutte le parti in conflitto hanno l’obbligo e la responsabilità di facilitare l’accesso umanitario per raggiungere i bambini che ne hanno bisogno, ovunque in Siria e a prescindere da chi controlla l’area in cui essi si trovano. 

L’UNICEF e le altre agenzie delle Nazioni Unite presenti in Siria rinnovano l’appello per chiedere soluzioni sicure e a lungo termine per aiutare le famiglie di Rukban, anche facilitando il ritorno volontario, in sicurezza e dignità, alle loro abitazioni o in altri luoghi di loro scelta. 

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