Indice Democratico In Italia nel 2018: dati del Democracy Index dell’Economist Intelligence Unit
Diminuisce la democrazia in Italia: passa dal 21esimo al 33esimo posto nel 2018. Insieme a lei, in Europa, scendono anche i livelli democratici di Russia e Turchia. Sono i dati pubblicati oggi dal Democracy Index 2018, “Me too”, a cura dell’Economist Intelligence Unit (hastag #DemoIndex).
L’11esima edizione dell’Indice Democratico (si può scaricare qui), riporta come consueto la democrazia a livello globale, prendendo in esame 165 stati indipendenti. Qui, per la prima volta dopo 3 anni, il dato generale rimane stabile.
Pochi sono stati infatti i cambiamenti significativi. Tra questi, troviamo un dato positivo, quello della Costa Rica che si è spostata da “Flawed Democracy” (democrazia imperfetta) a “Full Democracy” (piena democrazia). D’altro canto, il Nicaragua e il Venezuela sono scesi da democrazia imperfetta a regime autoritario.
Restano invece invariati il primo e l’ultimo posto della classifica. La Norvegia, ancora una volta, si è posizionata in testa, con piena democrazia mentre la Corea del Nord è l’ultima dell’indice.
Indice Democratico in Italia: Democracy Index 2018
Ma veniamo all’Italia. Stando alla classifica dell’Economist Intelligence Unit, l’indice democratico in Italia è passato dal 21esimo al 33posto nel 2018 ottenendo un punteggio di 7,71, inferiore rispetto a quello dell’anno precedente (7,98). Il Bel Paese rientra così tra gli Stati “Flawed Democracy“.
Cosa intende l’Economist Intelligence Unit per democrazia imperfetta? Come riporta il documento, sono indicati tra i “Flawed Democracy” «quei paesi che hanno libertà ed elezioni libere e, anche se ci sono problemi (come violazioni alla libertà dei media), i diritti civili basilari sono rispettati. Comunque, ci sono significative debolezze in altri aspetti della democrazia, inclusi problemi di governance, una cultura politica sottosviluppata e bassi livelli di partecipazione politica».
Indice Democratico in Italia diminuito: quali cause?
Veniamo al dunque. Cosa avrebbe fatto diminuire il “Democracy Index” dell’Italia? Sempre seguendo il rapporto (nel quale si trova un approfondimento di una pagina solo per l’Italia, uno dei pochi ad hoc nell’intero documento) ad aver declassato il nostro Stato è stato l’avvento dei partiti anti-establishment e populisti al Governo.
Insomma, il Governo giallo-verde, firmato Movimento 5 Stelle e Lega, ha contribuito ad abbassare il livello di democrazia nel nostro paese.
Come si legge nel rapporto «le elezioni hanno evidenziato il discontento popolare collegato al malessere economico e concentrato sull’immigrazione. Dal momento della formazione del Governo, Matteo Salvini ha dominato l’agenda politica con la sua linea dura contro l’immigrazione».
Quindi, la diminuzione della democrazia sarebbe legata ad «una profonda disillusione nei confronti delle istituzioni politiche, inclusi il Parlamento e i partiti politici, alimentata dal crescente sostegno a “uomini forti” che bypassano le istituzioni politiche e indeboliscono la componente della cultura politica dell’indice».
L’indice riporta sia gli attacchi contro i richiedenti asilo, sia la dura linea anti rom perseguita sempre dal Primo Ministro Matteo Salvini andando contro le sentenze emesse dalla Corte Europea dei Diritti Umani. Proprio per questo, infatti, come ricorda anche il Democracy Index, Michelle Bachelet, Alto Commissario dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, a settembre ha deciso di inviare un team investigativo.
«Tutto questo – si legge nel documento – contribuisce al rischio di deteriorazione delle libertà civili. Oltre a considerare esplicitamente la protezione dei diritti umani e la discriminazione, l’indice democratico considera la misura in cui il Governo invoca nuove minacce come scusa per frenare le libertà civili».
All’appello non manca, ovviamente, anche il “Decreto Sicurezza” «che può mettere fine allo stato di protezione umanitaria per circa 100mila migranti».
Infine, il rapporto ricorda che «il Governo ha minacciato di sospendere la sua partecipazione alla missione internazionale, mirata al supporto delle guardie costiere libiche, se altri membri dell’Unione Europea non dovessero accettare altri migranti nelle missioni di salvataggio, molti dei quali sbarcano nei porti Italiani».
Infine, «l’Italia ha aderito al gruppo di paesi che si oppongono al Global Compact delle Nazioni Unite sulla migrazione, segnalando la volontà di sfidare le istituzioni tradizionali sulla politica migratoria».
Buone notizie: aumenta l’indice democratico delle donne su scala globale
Nessun indicatore, nel 2018, è aumentato come quello riferito alla partecipazione politica delle donne, misurata in base alla proporzione di donne rappresentate nelle legislature.
«In parte – precisa il documento – questo riflette la soglia massima bassa nel nostro modello che è a sua volta un riflesso dei livelli storicamente bassi della partecipazione delle donne». In ogni caso, nel 2018 ci sono stati dei cambiamenti positivi. Il più significativo si è registrato negli Stati Uniti dove le candidate donne, alle Midterm Election hanno raggiunto risultati mai ottenuti prima, come abbiamo riportato qui nel dettaglio.
Per capirci meglio: 5 categorie sulle quali si basa il Democracy Index
Per poter comprendere ulteriormente com’è composto l’Indice Democratico, precisiamo le 5 categorie delle quali è composto: processo elettorale e pluralismo; libertà civili; il funzionamento del governo; partecipazione politica; e cultura politica.
Ogni Paese è poi classificato in 5 tipi di regime: “full democracy”, “flawed democracy”, “hybrid regime” and “authoritarian regime”, ovvero, “piena democrazia”, “democrazia imperfetta”, “regime ibrido” e “regime autoritario”.