“Prima vennero”, è una poesia spesso attribuita erroneamente a Bertolt Brecht. In realtà i suoi versi riprendono il sermone che il pastore Martin Niemöller scrisse per rimproverare l’inattività degli intellettuali tedeschi dopo l’ascesa al potere dei nazisti e delle purghe.
“Prima vennero” è quindi un testo che sottolinea, in modo incisivo, i pericoli dell’apatia politica. Quante volte diamo per scontati i nostri diritti? Quante volte ci giriamo dall’altra parte di fronte ad una persona in difficoltà, un senzatetto per strada, un migrante? Quante volte siamo indifferenti alle dichiarazioni di politici nazionali che gettano fango sui più deboli?
Ecco, il sermone di Martin Niemöller ci ricorda che, prima o poi, potremmo essere noi ad essere presi di mira da un potere forte senza razionalità. Perché, quando verranno a prendere noi, non ci sarà “rimasto nessuno a protestare”. Non facciamoci seppellire dalla nostra indifferenza.
Prima vennero, testo della poesia
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare