L’oggetto di un’inchiesta avviata nei giorni scorsi dalla procura di Catania ha scosso il mondo politico italiano, già ampiamente diviso sul tema dell’emergenza migratoria. Il pm Zuccaro è convinto di avere tra le mani materiale che scotta, testimonianze e registrazioni audio che proverebbero la collaborazione tra alcune note Ong e gli scafisti libici.
Nello specifico, l’oggetto della contesa politica, è un’intercettazione in lingua araba con cui gli scafisti attendono la conferma dai membri di un equipaggio navale per inviare un gruppo di migranti nonostante le condizioni climatiche sfavorevoli.
Non esistono al momento indagati e la documentazione non proviene da fonti giudiziarie, quindi difficilmente potrà essere impiegata in ambito processuale, ma la bomba è sganciata: da destra piovono accuse sul finanziamento degli scafisti alle Ong e sulla tendenza di queste ultime a favorire l’immigrazione clandestina, mentre dal governo il ministro Orlando invita la procura ad esprimersi attraverso le indagini vere e proprie.
Ong e scafisti: la reazione delle Organizzazioni non Governative
L’unico versante da cui provengono reazioni giustificate e meritevoli di attenzione allo stato attuale, è quello delle organizzazioni non governative, sommerse da un’ondata di accuse e supposizioni che in tempo zero hanno scavalcato senza diritto decenni di attività di salvataggio in mare. L’immagine di organismi come Medici Senza Frontiere o Save The Children, che opera a livello internazionale dagli anni venti del secolo scorso, non può essere lesa per finalità propagandistiche che poggiano su un’inchiesta che formalmente ancora non ha preso forma.
E proprio in relazione a gruppi così grandi e conosciuti, la procura ha escluso il loro coinvolgimento, specificando inoltre che l’indagine è concentrata su organizzazioni che operano da poco tempo a contatto con gli sbarchi, pur avendo accesso a donazioni consistenti che ultimamente hanno generato sospetto.
Ong sotto accusa: c’è dell’altro quindi oltre le intercettazioni ambientali?
Zuccaro sostiene che già da mesi la polizia di stato monitora i bilanci di una piccola Ong, i percorsi seguiti e le navi utilizzate. Questa organizzazione si chiama MOAS, acronimo di Migrant OffShore Aid Station, ed è stata fondata nel 2013 da una coppia di imprenditori italo americana. Ha sede a Malta, fulcro delle sue attività di salvataggio in mare che legano Nord Africa ed Europa lungo la rotta al centro del Mediterraneo.
Il sito web del Giornale ha pubblicato nei giorni scorsi un approfondimento che sembrerebbe fornire alcune parziali risposte ai dubbi del procuratore sulle modalità di mantenimento dei costi per l’organizzazione in questione, che tempo fa ha ricevuto una donazione di 500.000 Euro dalla comunità avaaz.org, riconducibile a George Soros: altra pioggia di accuse e supposizioni. Il versamento può essere verificato direttamente sul sito del gruppo, così come è possibile riflettere, per chi volesse farlo, sul numero di vite umane che fino ad oggi l’organizzazione ha salvato dalla morte in mare: più di 33.000, un dato certo e prezioso che al momento fronteggia la totale assenza di prove in grado di muovere la giustizia.
Ong e migranti: le pessime uscite della politica
Tornando al filone delle reazioni e delle pessime uscite in pubblico, il vice presidente della Camera, Luigi Di Maio, è stato protagonista nelle scorse ore di alcuni battibecchi online con altre figure istituzionali, evidentemente più disposte ad affrontare con razionalità la situazione e attendere gli sviluppi delle indagini, se mai ci saranno.
Bersaglia l’intero mondo delle Ong e “lancia” l’hashtag #NonLasciamoSoloZuccaro condiviso anche dal blog di Beppe Grillo. Sempre a proposito di blog e di acrobazie nella rete, l’europarlamentare del M5S Ignazio Corrao, non più di due anni fa, pubblicava sul suo sito personale le foto di una visita da lui compiuta a bordo della nave Phoenix, impegnata in attività di salvataggio dei migranti proprio per conto dell’organizzazione MOAS.
Documentando con immagini e parole l’impegno umanitario del gruppo, invitando inoltre gli utenti a partecipare alle opere di donazione per sostenerne la causa, concludeva il pensiero in questo modo:
È una storia positiva, una di quelle storie che ci fa credere che esiste speranza negli uomini in questo mondo.
Foto © Flickr: Lampedusa, barconi dei migranti di Carlo Alfredo Clerici.