Una letttera di stima e ammirazione a una cugina, Marta Pellizzi (l’abbiamo intervistata qui) e una zia (mamma di Marta), Alida Mancuso, in occasione della Festa della Mamma da Maria Teresa Vaccaro.
Ci sono emozioni e sentimenti che talvolta sono talmente profondi da non riuscire ad esprimerli a parole. Questa è una di quelle volte in cui hai nel cuore una miscela di pensieri di sincera stima e ammirazione da non riuscire a tradurli razionalmente.
La mia stima ed ammirazione vanno oggi ad una famiglia ma in particolare, a due donne splendide, tanto coraggiose e forti quanto umili e semplici.
Una madre e una figlia.
Iniziamo dalla figlia. Ragazza semplice e timida. A 18 anni scopre di avere un tumore cerebrale. Viene operata più volte. Perde la vista. La sua vita cambia. La sua e quella della sua famiglia. Ma lei non si arrende e decide di darsi un’altra opportunità. Di riprovare a vivere, in modo diverso, nuovo e complicato. Molto complicato. Si rimette a studiare e si diploma. Racconta la sua storia e decide di scrivere un libro. Lo Stato le nega i sussidi che le spettano e lei con rabbia se li riprende tutti. La sua famiglia è in difficoltà e lei aiuta tutti. Si iscrive all’Università. Decide di avviare un’attività di libera professionista compatibile con il suo stato di salute. Apre uno Studio tutto suo. Fa volontariato. Fa formazione. Un ciclone. Una vera forza della natura.
E la madre. Una madre che porta il dolore dentro, quel dolore che di notte ti fa piangere al buio quando nessuno ti vede e di giorno ti stampa il sorriso per dare forza agli altri. Una madre preoccupata, una madre arrabbiata con il destino, ma una madre che non molla, non molla mai perchè questo le chiede la vita, di stare vicino, di dare amore, coraggio, fiducia, sempre. Una madre che è faro nel buio, che è braccia e gambe nelle difficoltà, che bussa e chiede aiuto umilmente nelle mille difficoltà e gli ostacoli. Una madre che ci crede fino alla fine e ti dice che ce la puoi fare. Una madre che non ti lascia mai sola ma nello stesso tempo ti rende autonoma anche nei tuoi concreti limiti. Una madre che registra giorno e notte i testi scolastici ed universitari che la figlia dovrà poi risentire per studiare e ti riascolta quando li devi memorizzare ma non puoi farlo da sola.
Qualche giorno fa mi trovavo seduta con i miei figli in un’aula di Università a Ferrara. E dalla prima fila, vedevo di fronte a me questa figlia discutere serenamente la propria tesi di laurea e, di fianco a me, questa madre che a stento trattiene con la sua famiglia felicità e soddisfazione ma anche dolore e amarezza insieme.
In un attimo rivedo giorni e giorni di lacrime, sofferenze e fatiche ma quello che vedo è soprattutto una luce grandissima, quella della vita, del coraggio, della inesauribile forza interiore e fiducia in se stesse. Quella luce che si traduce poi nell’obiettivo della Laurea conferita oggi con grande successo.
E credetemi, non sono parole comuni e scontate usate a sproposito, sono verità.
A Alida Mancuso e Marta Pellizzi che sono rispettivamente mia zia e mia cugina voglio dire il mio grazie profondo e sincero dell’esempio di coraggio e di dignità che avete dato a me, ai miei figli e a tutta la nostra famiglia. Proprio oggi che è la Festa della Donna, sono fiera di avere due donne come voi nella nostra famiglia, due donne, sicuramente come tante altre di cui non conosco il nome, che non urlano, non ostentano risultati e si danno da fare e che in silenzio, giorno per giorno, trovando forza in se stesse hanno dato e danno un senso vero alla vita. Grazie.
Maria Teresa Vaccaro