Pubblicato da La Nave di Teseo Editore nel 2019 e tradotto da Chiara Spaziani esce in libreria un nuovo saggio dal titolo “Di chi è Anne Frank?” di Cynthia Ozick.
Per la prima volta il pamphlet appare nel 1977 sul “New Yorker” con il titolo “Who Owns Anne Frank?”. L’argomento di discussione è il celebre diario scritto da una “ragazza adolescente olandese ebrea”. Tutte le marche identitarie che risiedono dietro al nome Anne Frank sono importanti per diversi motivi e il saggio di Ozick permette di soffermarsi esattamente sulla loro importanza.
Riconoscendo immediatamente la qualità letteraria della testimonianza, Ozick cerca di andare oltre i momenti celebrati e maggiormente citati tratti dall’opera di Anne Frank, per soffermarsi su alcuni estratti, quelli che un lettore accorto coglierebbe, ma un “consumatore” tenderebbe a ignorare.
Perché la storia di Anne Frank – che non coincide con la sua narrativa – è una storia che è stata manipolata, traviata e usata per diversi fini. Ozick insiste su questo punto, passando in rassegna i pericoli dell’identificazione e dell’appropriazione di una storia con la quale è facile essere empatici, ma dalla quale bisogna trarre un insegnamento che abbia le proprie radici nella realtà.
Di chi è Anne Frank? Una storia da leggere con rispetto e “doverosa pietà”
L’autrice ammonisce di non leggere con ingenuità e sembra quasi ribadire che l’interpretazione non è mai neutrale, essa deve essere accompagnata da una grande accortezza ancorata nella storia piuttosto che nell’emotività.
Ozick fa cenno al pericolo di elidere i riferimenti a una cultura, una storia e un’identità, il pericolo dell’universalizzazione e della generalizzazione che appiattisce il significato occultandolo dietro a parole retoriche e vuote. L’infinito contrapposto al campo di concentramento.
Quello di Ozick è quindi un invito a leggere, leggere ogni singola parola e interpretare alla luce di un tutto che è stato sradicato e negato: la vita di Anne.
Anne Frank è la persona che scrive di credere all’intima bontà dell’uomo riconoscendo che in esso esiste l’impulso di distruggere e uccidere: “Nell’uomo c’è proprio l’impulso di distruggere, di uccidere, di assassinare e infierire”. Un pensiero non prevale sull’altro, uno non elimina l’altro e nel momento in cui si interpreta bisogna render conto di come questi pensieri possano convivere.
Il tentativo di comprendere, anche attraverso l’emozione, è la prima risorsa alla quale ci si può affidare, ma la storia del diario di Anne Frank è semplicemente da leggere, con rispetto e “doverosa pietà”. Questo saggio permette in parte di comprenderne il perché.