Nera e transgender nata nel 1940 a Nashville, la capitale del Tennesse (sud degli USA). Jackie Shane, la cantante rythm and blues conosciuta in particolare per il suo celebre singolo Any Other Way, ora di 77 anni, non ha avuto certo una vita semplice e consueta. Nel 1959 si trasferì a Toronto, in Canada, dove si esibì truccandosi e indossando parrucche e pellicce, abiti di seta e lustrini.
Ma la sua condizione – almeno stando a quanto dichiara in un’esclusiva intervista da poco rilasciata al New York Times dopo anni di silenzio – non le ha mai impedito di vivere serenamente. Sta di fatto che, nonostante si sia dichiarata transgender già all’età di 13 anni, era solita definirsi gay con gli amici. Questo anche perché – è bene ricordarlo – la transessualità era considerata in tutto e per tutto una malattia e ben lontane erano le prime riflessioni pubbliche che hanno portato, ad oggi, l’Oms a tracciare la rotta verso la sua depatologizzazione.
Nonostante ciò, comunque, ammette di aver sempre seguito la sua natura: “Ero semplicemente me stessa” afferma.
“Non sentivo il bisogno di spiegare agli altri chi ero: nessuno lo faceva con me”.
E ora, dopo quasi 50anni dalla sua ultima apparizione in pubblico, dal 20 ottobre 2017 possiamo sentire di nuovo la sua arte. Questo perché la cantante soul ha deciso di firmare un contratto, proposto dalla Numero Group, per ripubblicare il suo catalogo. Si tratta di un doppio album con lunghe note di copertina intitolato proprio con lo stesso nome della sua più celebre canzone, Any Other Way appunto, ovvero la cover di William Bell che si piazzò, grazie alle sue esibizioni, al secondo posto nella classifica dei singoli canadesi prima di The end of the world e dopo He’s so fine. La pubblicazione raccoglie integralmente i lavori di Shane fino ad ora.
Da una decina di anni è tornata a Nashville, dopo aver passato del tempo anche a Los Angeles. La sua è una vita schiva e lontana dalla società. Di fatto, più di settant’anni dopo, la condizione per quanto cambiata risente ancora della chiusura mentale dell’area geografica: “Non socializzo. Qui al Sud intromettersi e spettegolare è pane quotidiano”
Ma ora, dopo la pubblicazione della sua collezione, chissà mai che sarà il momento di rivederla in pubblico. Dopo tutto, lei stessa – pur rimanendo sul vago – ha dichiarato: “Questa gente ha bisogno di una lezione”. Anche perché, riguardo ai diritti LGBT finalmente acquisiti il suo parere risente comunque di una nota negativa:
“Sarebbero dovuti essere legali da subito. Abbiamo combattuto per cose che sarebbero dovute essere contate”.
Foto © Numero Group