Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale per la protezione dell’ambiente: una delle nuove sfide per la lotta al cambiamento climatico. Uno spunto di riflessione dal codice etico sulle intelligenze artificiali dell’Unione Europea.
I numerosi studi sul cambiamento climatico e sulle sue conseguenze hanno ormai reso evidente che è proprio questo problema a costituire la sfida maggiore per l’umanità del presente e per quella del futuro.
La ragione di questo triste primato risiede nella complessità di un problema che sembra essere profondamente legato a moltissimi aspetti dell’esistenza umana: dalla cultura alla religione, dall’economia ai diritti umani, fino alla sopravvivenza biologica della nostra e delle altre specie. Di fronte alla comprensione sempre più dettagliata della portata del problema, diversi ambiti della ricerca apparentemente distanti dal mondo naturale stanno rivolgendo la propria attenzione all’ambiente, mettendo le proprie capacità a disposizione del pianeta e immaginando modi utili ed innovativi per contribuire ai numerosi sforzi volti a contrastare il cambiamento climatico.
L’ultimo esempio di questo impegno sempre maggiore per la tutela della Terra proviene dagli studi sulle intelligenze artificiali. Lo scorso giugno, infatti, alcuni dei maggiori esperti in questo ambito hanno pubblicato un articolo volto a ipotizzare 13 modi in cui le intelligenze artificiali potrebbero contribuire in modo efficace alla gestione del cambiamento climatico.
L’articolo, definito da uno dei suoi autori come “una chiamata alle armi” per unire i ricercatori del settore affinché si lavori maggiormente in questa direzione, ha costituito il punto di partenza per una discussione che si fa sempre più ampia e ha evidenziato come lo sviluppo di intelligenze artificiali per la protezione dell’ambiente potrebbe diventare un vantaggio per il pianeta e un business promettente dal punto di vista economico.
Una volta sviluppate, le intelligenze artificiali potrebbero diventare uno strumento insostituibile per la lotta al cambiamento climatico. Di fronte a uno scenario imprevedibile, queste tecnologie sarebbero molto utili nell’aiutarci a fare previsioni più accurate grazie al confronto tra i dati climatici del presente e quelli del passato del pianeta, derivanti dagli studi di paleontologia.
Le intelligenze artificiali potrebbero anche creare simulazioni climatiche precise per permettere ai governi di intraprendere per tempo le azioni necessarie a garantire la sicurezza delle persone presenti sul proprio territorio, ad esempio evacuando aree a rischio.
Inoltre, tali strumenti potrebbero rivelarsi necessari per lo sviluppo di materiali da costruzione alternativi all’acciaio e al cemento, la cui produzione è responsabile del 9% delle emissioni di anidride carbonica. Insomma, i possibili ambiti di applicazione di tali strumenti potrebbero rivelarsi infiniti, arrivando a coinvolgere il monitoraggio della deforestazione, la creazione di sistemi elettrici più efficienti e con meno dispersioni, la gestione dei disastri naturali, l’elaborazione di un sistema di trasporti più “verde” e perfino il miglioramento delle abitudini quotidiane dei singoli individui.
Intelligenze Artificiali accessibili: codice etico dell’Unione Europea
In armonia con il codice etico sulle intelligenze artificiali dell’Unione Europea, infatti, le nuove intelligenze artificiali dovranno essere accessibili e, per quanto possibile, comprensibili nel funzionamento a tutti. Da qui, l’idea di sviluppare strumenti di facile utilizzo che permettano alle persone di fare la propria parte. Si è pensato, ad esempio, di creare delle applicazioni che ci aiutino a calcolare il nostro impatto ambientale, per poi suggerirci piccole ma importanti modifiche che, in base al nostro stile di vita, potremmo attuare per ridurre i consumi e gli sprechi.
Si è anche immaginato di creare programmi che, basandosi sulla nostra posizione geografica e sulla situazione climatica del nostro territorio, ci consentano di vedere gli effetti di possibili eventi climatici estremi sulla nostra casa o sul nostro vicinato, aiutandoci, così, a vedere il cambiamento climatico non come un problema remoto e distante, ma come una situazione reale e dagli effetti tangibili.
Cambiamento climatico, l’intelligenza artificiale non basta: necessità di un’azione politica immediata
Tuttavia, sebbene le premesse di questo nuovo ambito di ricerca appaiano promettenti, sono gli stessi autori dell’articolo a sottolineare il fatto che le intelligenze artificiali non possono in alcun modo costituire la soluzione unica e definitiva al problema. I ricercatori, infatti, hanno più volte ripetuto che “la tecnologia da sola non è abbastanza”.
Argomentando questo punto, è stato ribadito che “alcune delle tecnologie che potrebbero ridurre la portata del cambiamento climatico sono già disponibili ormai da anni ma, nella maggior parte dei casi, esse non sono state impiegate”. Sulla base di questa considerazione, gli autori dell’articolo hanno sottolineato l’estrema necessità di un’azione politica immediata volta alla tutela dell’ambiente.
Per quanto sia necessario, il solo fatto di avere gli strumenti più adatti ed efficaci per affrontare il problema non è abbastanza: serve, prima di tutto, la volontà di utilizzarli al meglio. In questo, gli esperti di intelligenze artificiali sembrano concordare con l’attivista svedese Greta Thunberg, la quale ha più volte sostenuto che “la crisi climatica è già stata risolta” e che “abbiamo già tutti i fatti e le soluzioni”. Abbiamo le conoscenze umanistiche e quelle scientifiche, abbiamo tecnologie già esistenti nonché le idee, i mezzi e le capacità per svilupparne di nuove e sempre più avanzate. Ora l’umanità deve decidere di agire.