Nel 2019 l’attenzione verso la tematica ambientale è alta, non solo nei media ma anche nel mondo dell’arte. “Il sussurro del mondo” vince il Pulitzer nella sezione narrativa e al centro del romanzo i personaggi sono solo lo sfondo di una storia secolare: quella delle piante. Questo accade dall’altra parte dell’oceano, ma nel Belpaese, uno dei più ricchi al mondo per biodiversità animale e vegetale, un ragazzo con una bicicletta di bambù intraprende un viaggio straordinario.
Quel ragazzo è Giacomo Castana e la sua missione divulgatrice per quanto riguarda l’importanza del mondo vegetale si è concretizzata in un documentario autofinanziato. Plantasia – Viaggio tra uomini, donne e piante è ora realtà, ma manca ancora un aiuto per portarlo definitivamente alla luce.
Per questo motivo, la raccolta fondi partita lunedì 11 novembre (qui il link) è l’ultimo step affinché si realizzi non solo l’impresa di Giacomo ma anche la nostra. Perché salvaguardare l’ambiente è una missione collettiva, se vogliamo esserne i custodi, dobbiamo affidarci a chi lo conosce, lo studia e ne ama ogni sfumatura. Giacomo non vuole insegnarci come farlo, solo mostrare che è possibile e fondamentale.
Chi è Giacomo?
Giacomo Castana è un giardiniere e garden-designer di Varese che, da febbraio 2018, ha deciso di non delegare più il suo futuro a logiche di mercato lontane anni luce dalla conoscenza della materia botanica e dell’ecologia profonda.
Da dove è nata l’idea di “Viaggio tra uomini donne e piante”?
Il documentario nasce per raccontare un cambio di prospettiva: quando parliamo di ambiente, di clima e di crisi ecologica, dobbiamo sapere che circa l’85% di quello a cui alludiamo è rappresentato dal regno vegetale.
C’è urgenza di riscoprire, rispettare, tutelare e progettare con le logiche vegetali che ci nutrono, ci garantiscono ossigeno, ma anche la presenza dell’acqua, poiché senza le piante la Terra si essiccherebbe fino a somigliare a Marte.
Chi sono i tuoi “maestri” o chi ti ha ispirato l’interesse verso il mondo vegetale?
I miei maestri sono molteplici e non tutti sono strettamente legati al mondo botanico. La peculiarità della mia ricerca è proprio quella di considerare le strategie vegetali utili per prendere decisioni intelligenti, efficaci e rispettose delle dinamiche ecosistemiche. L’arte, la musica, la letteratura ma anche la pallacanestro, sono state scuole utilissime. Potrei citare l’amico Marco Martella, giardiniere e direttore della rivista “Jardin”, che interroga la poetica del giardino da oltre un decennio.
Chi sono oggi i custodi del verde?
I custodi del verde sono spesso insospettabili: non bisogna per forza lavorare con le piante o conoscerle scientificamente. Per essere loro “custodi” basta un po’ di sensibilità: il primo passo è accorgersi della loro presenza, il secondo è considerarle esseri viventi con dei “diritti”, e infine (si fa per dire), saperle differenziare e riconoscere per collaborare con esse.
Puoi spiegarci brevemente come le piante possono essere alla base del processo decisionale che riguarda la società?
Chi non voterebbe una “Vecchia Quercia” come Presidente del Consiglio? Forte, stabile, generosa. A parte gli scherzi, le piante pur stando ferme si sono evolute relazionandosi incessantemente con funghi, batteri, animali ma anche con gli astri. Negli ultimi decenni l’uomo non è stato in grado di allargare la propria mente osservando quello che succede in Natura, e così si è isolato dal resto degli esseri viventi. Arrivando a “condannare” persino il colore della pelle dei suoi simili.
Hai mobilitato altri giovani per la lotta climatica attraverso il gruppo Fridays for future Varese. Pensi che nei giovani ci sia una consapevolezza maggiore sulla tematica ambientale? Pensi che possano essere una speranza per il futuro?
I giovani SONO il futuro. Ma va insegnata loro la pazienza, in un mondo che viaggia già a una velocità supersonica ed è destinato ad accelerare. Farsi trasportare dalla “corrente” li porterà a ragionare solo sul proprio comfort e non sulla propria felicità e sull’importanza del tempo. Questo documentario è dedicato a loro e spero che a partire dall’11 novembre tante scuole partecipino alla raccolta fondi per proiettarlo negli istituti di tutta Italia. Con una colletta tra studenti e dirigenti scolasti riusciremo a realizzare questo sogno insieme. E poi, non vedo l’ora di cominciare a “seminare paradisi, rinverdire deserti terrestri e rinnovare cuori umani” frase che cito da Onorio Belussi, un altro maestro agricoltore e divulgatore.
La tua canzone preferita?
Se siete allergici ai consigli “dei grandi” ascoltate “Vivere la vita” di Alessandro Mannarino.