«Dopo avere lanciato una provocazione che ha colto nel segno, richiamando grande attenzione su un tema etico fondamentale, contrariamente a quanto comunicato ieri, inviteremo anche atleti africani». Lo ha detto l’organizzatore della Trieste Running Festival Fabio Carini dopo la notizia, piena di polemica, del mancato invito (definito da molti giornali italiani “esclusione”) degli atleti africani alla maratona.
È «sbagliato escludere gli atleti africani. Non è così che si risolvono i problemi. Ma attenzione perché il malessere esploso a Trieste nasconde l’ennesimo sfruttamento, quelli che chiamo gli scafisti dello sport. Aprirò subito un’indagine interna per quanto riguarda le mie competenze. Ascolterò tutte le parti in causa per fare chiarezza». Aveva detto di fronte alla notizia Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza con delega allo sport.
Di fatto, come si può leggere nel regolamento pubblicato sul sito internet della manifestazione (e come specificato da Open), qualsiasi atleta (europeo, africano o sudamericano), poteva già iscriversi alla Maratona e competere per i premi previsti (600, 400 e 200 euro per i primi tre arrivati).
Insomma, una scelta (ritrattata dopo la polemica) discutibile ma non esattamente “razzista” nata proprio per far scalpore e mettere in luce il “mercimonio di atleti africani”. La questione, però, era scoppiata subito in bagarre, sia tra i media, che in politica. E così sulla vicenda era intervenuto subito anche il vicepremier, Luigi Di Maio: «È giusto combattere lo sfruttamento dei corridori africani, il professionismo è professionismo sempre e come tale deve essere retribuito, ma non è così che si fa, non è escludendoli da una gara che si combatte il problema. Anzi, così il problema si aggrava e la vicenda in sé per come sta emergendo rasenta la follia».
Fabio Carini, organizzatore Trieste Running Festival: «Basta mercimoni»
Per la gara podistica triestina, invece, Fabio Carini,
residente della Apd Miramar (organizzazione che promuove la Trieste Running Festival), aveva spiegato: «Basta mercimoni. Quest’anno abbiamo deciso di prendere soltanto atleti europei per dare uno stop affinché vengano presi dei provvedimenti che regolamentino quello che è attualmente un mercimonio di atleti africani di altissimo valore, che vengono semplicemente sfruttati e questa è una cosa che non possiamo più accettare».
Come sottolineato da Carini, in Italia «troppi organizzatori subiscono le pressioni di manager poco seri che sfruttano questi atleti e li propongono a costi bassissimi e questo va a scapito della loro dignità, perché molto spesso non intascano niente e non vengono trattati con la giusta dignità di atleti e di esseri umani, ma anche a discapito di atleti italiani ed europei che chiaramente rispetto al costo della vita non possono essere ingaggiati perché hanno costi di mercato».
Quindi, ha precisato: «Mi spiace se qualcuno se l’è presa. Hanno preso una cantonata mostruosa. Ora è il momento che da questa Trieste, città multiculturale, si dica basta allo sport che non è etico». E ha concluso: «Il nostro obiettivo è che questo non rimanga un fatto isolato ma che si cambi le regole».
Trieste Running Festival: «Retrogusto d’ipocrisia all’ennesima potenza»
Per Isabella De Monte, eurodeputata Pd e ricandidata al Parlamento europeo nel Nordest, la decisione del mancato invito sarebbe stata «l’ultima follia di un estremismo che sta impregnando e snaturando la città, sulla quale i più alti rappresentanti politici e istituzionali hanno messo la faccia. Fatto grave e indegno».
Mentre il segretario regionale del Pd Fvg, Cristiano Shaurli, aveva lamentato: «Mancava questo al Friuli Venezia Giulia: essere la Regione che non fa correre gli atleti africani. Con motivazioni che hanno un retrogusto d’ipocrisia all’ennesima potenza, la nostra regione apre la stagione della discriminazione nello sport. Il fatto che questa scelta sia frutto di un organizzatore che è anche giornalista dipendente della Regione rende ancora più imbarazzante tutta la situazione».