Da giovedì 17 fino a domenica 20 giugno, avrà luogo a Roma la XVI edizione di IMMAGINARIA – International Film Festival of Lesbians & Other Rebellious Women, manifestazione internazionale di cinema indipendente dedicata al cinema delle donne, con particolare attenzione alla cinematografia a tematica lesbica e femminista. La kermesse – che vede anche quest’anno Sguardi di Confine media partner – prende il via con una serata d’anteprima dal titolo “Artiste per Immaginaria”, seguita dal saluto ufficiale nella serata di venerdì 18 della Senatrice Monica Cirinnà, testimonial dell’edizione 2021. Tra i numerosi incontri in programma, anche la presentazione dell’ebook “Polvere di stelle. Film lesbici a Immaginaria dal 1993 al 2005”, cura di Elena Rossi, da un’idea della nostra collaboratrice, Isabel Capitanio.
Fondato a Bologna nel 1993 dall’Associazione Culturale Visibilia APS, il festival Immaginaria è realizzato in collaborazione con il MiX Festival Internazionale di Cinema lgbtq+ e Cultura Queer, con il Goethe Institut e con il patrocinio del V Municipio del Comune di Roma, grazie all’interessamento di Maria Teresa Brunetti, Assessora alle Politiche Culturali Sportive e Giovanili, Turismo, Politiche della Conciliazione dei Tempi di Vita, Intergenerazionalità e Pari Opportunità. Il festival Immaginaria è gemellato con il Women Make Waves Film Festival di Taiwan ed è parte del Coordinamento dei Festival Italiani di Cinema Lgbtq.
Un appuntamento con le opere più interessanti del panorama di genere, che si aprirà giovedì a Largo Venue, alle ore 19.30, con le performance live di “Artiste per Immaginaria”, in cui si esibiranno cantautrici, attrici e danzatrici, a cura di Paola Dee, TLS e Francesca Miceli Picardi.
La serata sarà seguita dalle proiezioni dei 30 titoli in programma al Nuovo Cinema Aquila, che si svolgeranno da venerdì 18 a domenica 20 giugno, tra cui spicca l’anteprima italiana del film brasiliano “Aos Nossos Filhos”, di Maria De Medeiros, che darà il via a una tre giorni in cui la capitale ospiterà fiction, documentari e cortometraggi provenienti da Brasile, Australia, Francia, Germania, Cile, Canada, Stati Uniti, Martinica, Spagna, Portorico, Gran Bretagna, Svizzera, India, Italia, Islanda, Danimarca, Colombia, Ungheria. Al termine del festival saranno proclamati la Migliore Fiction, il Migliore Documentario eil Migliore Cortometraggio da parte delle tre giurie composte da esperte di cinema,a cui si aggiunge per la prima volta lagiuria che eleggerà la Migliore Colonna Sonora fra i lungometraggi di fiction, formata da compositrici di musica per film.
Riflettori accesi sui due film dall’America Latina: “Aos Nossos Filhos”, di Maria De Medeiros, Brasile 2019, in prima italiana, e “La Nave del Olvido”, di Nicol Ruiz Benavides, Cile 2020. La prima opera intreccia temi attuali quali la ricerca e l’esperienza della maternità, con la cura dell’infanzia abbandonata e il drammatico passato del Paese, mentre la seconda segue il percorso di scoperta di sé e di emancipazione di una donna settantenne, che ha vissuto per tutta la vita nella campagna cilena.
Con “Soeurs d’Armes/Red Snake”, di Caroline Fourest, Francia 2019, l’attenzione si sposta in Medio Oriente, dove le combattenti kurde si battono contro il terrorismo dell’ISIS. Il film, ispirato alla storia del Premio Nobel per la Pace, Nadia Murad, sarà seguito dal dibattito “Donne contro l’ISIS. La scelta inevitabile della lotta armata”. Fra i lungometraggi di fiction, anche “Kokoon”, di Leonie Krippendorf, Germania 2020 sul coming of age di una adolescente e “Ellie & Abbie” (& Ellie’s Dead Aunt) di Monica Zanetti, Australia 2020, fra comunicazione social e lotte per i diritti negli anni ’80.
Tra i molti titoli in programma, da segnalare i documentari: “Queering the Script”, di Gabrielle Zilkha, Canada/USA 2019, sul trattamento delle protagoniste lesbiche nelle serie televisive e l’incredibile impatto dell’attivismo delle fan che, all’interno e all’esterno delle loro convention, pretendono di essere ritratte in modo veritiero sullo schermo televisivo. Segue il dibattito “We deserve better. Personagge lesbiche nelle serie tv”, tenuto da studiose di comunicazione mediatica e televisiva. “All we’ve Got”, di Alexis Clements, USA 2019, un viaggio nella comunità americana lgbtq+ attraverso i suoi spazi, dai bar alle librerie, ai luoghi politici. La regista ha percorso il Paese per scoprire i fattori che hanno causato la perdita di molti spazi e conoscere i motivi grazie ai quali alcuni di essi sono riusciti a resistere. “Ahead of the curve”, di Jen Rainin, USA 2020, storia della rivista Deneuve (poi Curve) che, fin dalla sua fondazione, nel 1990, è sempre stata una istituzione per la comunità lesbica. Chiusa nel 2019 a causa di un incidente per cui Franco è diventata disabile, l’ex direttrice si interroga sull’importanza di un tale strumento anche al giorno d’oggi, in un documentario che traccia la storia della comunità lesbica dagli anni Novanta in poi.
“Pop Feminism”, di Elise Baoudouin, Francia 2020, sulla rinascita spettacolare del femminismo in tutti i campi della cultura pop. Moda o rivoluzione? Il punto di partenza è la vicenda del produttore Harvey Weinstein: a migliaia sono scese in piazza in tutto il mondo per denunciare le violenze subite al grido di #MeToo.
Grandi protagonisti della programmazione sono i Cortometraggi, quest’anno 17 titoli che, per la varietà dei temi trattati e l’alto livello cinematografico, sono i prediletti del pubblico e provocano inevitabilmente il sold out delle sale.
DIBATTITI, INCONTRI, PRESENTAZIONI
Alla proiezione di “Soeurs D’Armes/Red Snake”, di Caroline Fourest, seguirà il dibattito “Donne contro l’ISIS. La scelta inevitabile della lotta armata” alla presenza della regista e dell’attrice Maya Sansa, che ne discuteranno con Bianca Pomeranzi e Alessandra Mecozzi.
Dopo la proiezione di “Queering The Script”, di Gabrielle Zilkha, si svolgerà l’incontro“We deserve better. Personagge lesbiche nelle serie tv”, una conversazione fra Federica Fabbiani ed Elena Rossi.
Il festival ospiterà una sessione di “Let Me See You. Work in Progress”, tavolo nazionale di donne nel cinema: registe, filmmaker, sceneggiatrici, montatrici, produttrici, attrici e operatrici, incontro aperto autogestito e con la partecipazione di Women in Film Television & Media Italia, Mujeres nel Cinema, Visionarie, Cinema d’Autrice, Cinema d’Idea e Associazione Eikos.
La XVI edizione di Immaginaria è identificata anche dal claim “If she can do it – so can you”, leitmotiv ripreso nella sigla musicale originale composta per Immaginaria 2021. È un invito ad avere fiducia in se stesse e a seguire l’esempio delle donne coraggiose di tutte le epoche e, con un pizzico di ironia, anche quello delle supereroine che quest’anno popolano lo schermo della kermesse. Per passare dalla fiction alla realtà, il Festival suggerisce le parole della poeta, saggista e militante Adrienne Rich (1929-2012): “Responsabilità verso te stessa significa rifiutare di lasciare che gli altri pensino, parlino e si presentino a nome tuo; significa imparare a rispettare e a usare il tuo cervello e il tuo istinto. Significa che non ti farai tentare da soluzioni facili e superficiali… significa rifiutare di vendere il tuo talento e le tue aspirazioni… Significa, perciò, avere il coraggio di essere diversa…”. Come Immaginaria.
Nel 2021, con la seconda edizione in presenza dopo quella del 2020, Immaginaria rimane uno dei principali appuntamenti di cinema indipendente delle donne, dove si incrociano le visioni, le storie, la cultura, l’arte, la politica e le vite delle donne di tutto il mondo.
Foto apertura: “Ellie & Abbie” (& Ellie’s Dead Aunt) di Monica Zanetti