Honesty Willoughby, arrivata seconda al “BSL Slam” (British sign language) – primo evento dedicato a persone con problemi di udito in Inghilterra, presente in America dal 2005 – ci racconta le motivazioni che l’hanno spinta a partecipare all’iniziativa e come comunica con gli altri attraverso la Visual Vernacular.
Con Visual Vernacular si intende una tecnica visiva – da cui “visual” (essenza della cultura delle persone senza udito) – legata ad un parlato caratteristico (da cui “vernacular”, da “vernacolo”, termine riferito ad un linguaggio ancor più specifico di un dialetto).
Questa forma d’arte, teorizzata dall’attore teatrale sordo Bernard Bragg, nel tempo ha influenzato poesia, narrazione e diversi tipi di performance delle persone sorde. E così anche la giovane Honesty Willoughb, 20enne di Bristol, ha iniziato a praticarla. Sul palco del BLS Slam ha portato un racconto riguardante una donna che compra un libro che conduce in un mondo fantastico, viaggio rovinato dall’irrompere del mondo reale.
«Non ho mai scritto poesie – ci spiega – non segno delle parole ma utilizzo la VV (Visual Vernacular) quindi, se dovessi mettere il mio poema per iscritto, non sarebbe semplicemente in inglese ma sarebbe come un fumetto o una graphic novel perché è arte visiva e non scritta».
Cos’è la Visual Vernacular?
«La Visual Vernacular è un modo diverso del solito “linguaggio dei segni” è un modo di comunicare e raccontare storie in modo più teatrale che è diverso dal mimarle. Per esempio nel linguaggio dei segni rappresentare una sedia lo si farebbe facendo vedere le dimensioni reali della sedia invece utilizzando la VV con le proprie mani si può raccontare di una persona che si siede».
Ci sono vari modi di rappresentarlo?
«Sì, ci sono tanti modi per farlo ed è spettacolare vederlo. Tutti hanno un loro metodo, un loro stile per cui non ne troverai uno uguale all’altro e se guardiamo la stessa persona per un po’ si riesce a capire il suo metodo. Ci sono vari temi e stili preferiti quindi il ritmo sarà differente. Con questo linguaggio è come sentire il tono di voce di tutti in modo differente».
È la prima volta che esponi in pubblico?
«Sì è la prima volta sul palco, il mio primo tentativo. Non avevo mai recitato sul palco delle mie “storie”, arrivare seconda è stato davvero un successo. Ho acconsentito che la BBC mi filmasse perché volevo far conoscere questo evento a tutti e far vedere che noi possiamo cantare e recitare a modo nostro, una nuova idea innovativa».