Giornata mondiale della poesia: una medicina per il viaggio nella quotidianità della vita

Il 21 marzo è la Giornata Mondiale della Poesia, evento che per un giorno vede protagonista in tutto il mondo  la magia dei componimenti in versi che per 24 ore hanno finalmente l’attenzione che meriterebbero sempre ma che nel mercato editoriale non trovano spazio.

Sono passati 20 anni da quando nel 1999 la XXXesima sessione della Conferenza Generale UNESCO istituì il 21 marzo come Giornata Mondiale della Poesia con l’esplicito intento di rappresentare “l’incontro tra le diverse forme della creatività, affrontando le sfide che la comunicazione e la cultura attraversano in questi anni”.

Così dall’anno successivo il primo giorno di primavera si festeggia l’arte di comporre versi; il  21 marzo, inoltre è anche il giorno in cui nel 1931 nacque la grande poetessa italiana Alda Merini che proprio a questo anniversario della sua nascita ha dedicato una delle sue più note poesie:

Sono nata il ventuno a primavera

Sono nata il ventuno a primavera

Ma non sapevo che nascere folle,

Aprire le zolle

Potesse scatenar tempesta.

Così Proserpina lieve

Vede piovere sulle erbe,

Sui grossi frumenti gentili

E piange sempre la sera.

Forse è la sua preghiera.

A dieci anni dalla morte (1 novembre 2009) è doveroso spendere qualche parola per ricordare l’importante produzione letteraria e poetica di Alda Merini, donna che ha fatto della sensibilità la sua forza per affrontare una vita non semplice e comporre versi schietti, pungenti ma veritieri. Ella, infatti, è considerata la poetessa dei reietti, degli emarginati e di tutti gli esclusi perché nei suoi versi esprime le delicate condizioni di chi vive un disagio sociale. Il suo modo di scrivere è apprezzato dai più e lei è considerata una tra le voci più rilevanti della scrittura italiana contemporanea.

Ma non voglio dilungarmi oltre parlando di questa celebre poetessa perché in questa Giornata Mondiale della Poesia voglio raccontarvi che cos’è per me la poesia e che cosa significa per me, Valentina, scrivere poesie:

“Per me scrivere poesie significa annotare istantanei appunti di vita che celano un universo di emozioni. Penso che la vita sia un viaggio fatto di incontri e di esperienze che fanno crescere e che restano indelebili insegnamenti, come ho scritto in  questi versi nel 2016:

“Ricordo un’emozione”

La vita è un rincorrersi di emozioni,

Esperienze che modellano il tuo essere,

Situazioni inaspettate che ti fanno crescere,

Così frequenti la palestra terrena

Aspettando il futuro.

Sogni, pensieri, visioni ad occhi aperti

Potrebbero diventare realtà

Quando sarai grande;

Ma poi ti guardi allo specchio

E scopri che sei già grande.

E allora dicono che

Colorate fotografie di vita restano

Come preziosi tesori

Nei cuori di chi li ha vissuti:

Si chiamano ricordi.

Se  dovessi scrivere un romanzo avrei bisogno di una trama vincente, di costanza, di minuzia nel descrivere contesti, particolari ed emozioni. Inoltre c’è il rischio che il lettore non si riconosca nella storia, si annoi e dopo le prime pagine abbandoni il libro.

La poesia invece è veloce e immediata. È formata da pensieri che per chi scrive hanno un significato ma che per chi legge ne hanno tutt’altro e così li fa propri,  magari chi legge si ritrova in  uno o più versi scritti e rivive sensazioni particolari che sembra aver scritto proprio lui in riferimento a un certo episodio della propria vita.

Inoltre la quotidianità frenetica in cui siamo immersi non sempre lascia tempo per la lettura di interi  libri; invece la poesia è come una medicina perché è fatta di veloci versi della quotidianità, da leggere uno al giorno e conservare durante le ore diurne come pensiero di semplici temi su cui meditare e riflettere, proprio come una pastiglia che si prende al mattino ma i cui benefici sono rilasciati lungo tutta la giornata.

Un altro pregio della poesia è che essa si trasforma  e cambia seguendo i passi della vita di chi la compone: ci sono poesie che si scrivono pensando a una persona specifica o a una certa esperienza, ci sono poesie che escono così senza un significato particolare sul momento ma che solo dopo, vivendo esperienza dopo esperienza, si capisce il perché di quelle parole uscite in apparenza senza una ragione concreta,  ci sono anche poesie che si scrivono per un motivo ma che poi ci si accorge che sono cambiate con il proprio vissuto e ora rappresentano altre esperienze.

Le mie poesie parlano di amore, esperienze, vita, riflessioni, infanzia, ricordi, quotidianità, persone che non ci sono più, amicizia, seconde possibilità, tempo che passa.

Qualche mese fa mi sono fatta un’autocritica e mi sono domandata perché le mie poesie dovrebbero esser considerate poesie: agli occhi del lettore distratto o che vive in un contesto diverso dal mio possono sembrare un insieme di parole che paiono accostate casualmente! Penso che gli elementi che definiscono poesia una poesia siano due azioni che la poesia deve far nascere in chi la legge, l’emozione e la riflessione; non per tutti sarà così ma per alcuni magari diventano il “la” per continuare la propria esistenza.

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