Quali sono i motivi che spingono un giovane trentatreenne a metterci la faccia e il cuore ma soprattutto a spendersi in prima persona per regalare un sorriso a persone lontane così come agli amici vicini?
Una decina di anni fa in occasione di una classica gita fuori porta in una domenica primaverile, mi trovavo al Ticino con degli amici che per scherzare si rincorrevano bagnandosi a vicenda. In quel contesto giocoso io ho avuto una di quelle che chiamo “le mie stupide crisi”, cioè mi sono messa a piangere perché io non potevo partecipare a quel gioco, o meglio potevo essere bagnata, ma non potevo correre per scappare e per bagnare a mia volta, perché le mie gambe iniziavano a non funzionare bene (leggi qui la mia storia).
Il mio migliore amico allora cercò di farmi reagire dicendomi che non dovevo piangere per quello ma dovevo essere felice solo per il fatto che potevo essere lì con loro. Mi disse di pensare a tutte quelle persone che avevamo conosciuto qualche estate prima durante l’esperienza di barellieri a Lourdes; loro sì che soffrivano veramente e che non potevano godersi una giornata all’aria aperta.
In quel periodo della vita, quelle frasi mi sembravano incredibilmente cattive e fuori luogo; a distanza di anni, ho capito il vero significato di quelle parole e cioè di non lamentarmi di quello che non posso fare, ma di essere grata per quello che ho, di apprezzare ogni piccolo particolare e di essere felice per il semplice fatto di esserci.
Questo per raccontarvi chi è Gianluca, un ragazzo da anni impegnato nel volontariato e in attività volte al sostegno del prossimo vicino e lontano. Serramentista di professione ma appassionato di web radio, è partito con alcuni amici da una stanzetta sotto il teatro dell’oratorio che frequentava da bambino e oggi una sera alla settimana conduce con successo un programma alla radio “Bustolive” della sua città, Busto Arsizio.
Gianluca, mosso dal desiderio di aiutare per quanto gli è possibile e forte delle convinzioni che ho raccontato qualche riga qui sopra, è una continua fonte di idee e progetti: gli ho chiesto di presentarmi l’iniziativa “Regala un sorriso” che ha ideato e che porta avanti da cinque anni.
«L’iniziativa “Regala un Sorriso” è partita 5 anni fa quando, partecipando ad una serata organizzata presso la sede degli Alpini dal Gruppo interno Sci Club “Cime Bianche” che frequento ormai da anni, ho conosciuto Mauro.
Parlando del più e del meno, Mauro mi raccontò di essere un volontario odontotecnico – o più semplicemente un dentista – che ogni anno raccoglie oggetti e beni primari (quali giocattoli, materiale in scatola, vestiti, cibo in scatola…) per portarlo personalmente alle popolazioni in difficoltà dell’Africa. A sua volta, lui una volta l’anno si reca lì con la sua associazione per riparare e curare i denti delle popolazioni bisognose gratuitamente.
Io gli raccontai che da anni facevo web radio e di cosa parlavo nel mio programma “Flash”; insieme abbiamo pensato di raccontare la sua esperienza lanciando l’iniziativa “Regala un Sorriso” che prosegue da 5 anni. Inoltre il mio sogno è quello di andare personalmente in Africa a fare del bene, ma attualmente il lavoro da operaio non me lo permette, quindi questa iniziativa mi è particolarmente cara perché mi permette di sentirmi utile nel fare del bene in terre lontane.
Questa mia voglia di fare del bene per queste popolazioni nasce dalle esperienze di vita che ho nel mio bagaglio personale sia a livello familiare si a livello di consapevolezza del diverso/svantaggiato acquisite durante numerosi viaggi formativi che ho avuto la possibilità di fare quando ero adolescente come il pellegrinaggio a Lourdes come barelliere, le giornate mondiali della gioventù, i weekend al Sermig–Arsenale della Pace di Torino, la visita ai campi di concentramento, l’ascolto di tante testimonianze e molto altro.
Spesso accade che nella vita quotidiana di ogni uno di noi, non ci rendiamo conto dell’importanza delle piccole cose che abbiamo e quanto siamo fortunati nel possederle, dai valori sentimentali ai beni materiali. Abbiamo sempre un motivo – secondo noi valido – per arrabbiarci, vogliamo sempre le ultime novità (cellulari, tecnologia, abbigliamento di marca, macchine, giochi…) e ci arrabbiano se non possiamo o non riusciamo ad averle. I soldi non ci bastano mai: buona parte dello stipendio è destinato per pagare le tasse, quel poco che rimane lo usiamo per vivere o lo buttiamo per acquistare beni materiali superflui che ci regalano una felicità “a tempo”.
Siamo sempre di fretta, agitati, nervosi; in macchina sembra che si faccia la guerra perché uno non si ferma sulle strisce pedonali, perché non si parte immediatamente appena scatta il verde del semaforo… e l’insulto diventa violento e gratuito. Non riusciamo mai a staccare la spina, a prenderci un po’ di tempo per noi stessi, e se lo facciamo, non ci fermiamo mai a pensare a quanto siamo fortunati ad avere tutto ciò che abbiamo perché molte persone queste cose le possono solo sognare. E quelle persone nonostante tutto ogni mattina si alzano col sorriso, con la voglia di vivere, con la voglia di affrontare la giornata.
Spesso al mattino ci svegliamo lagnandoci a prescindere della giornata che ci attende e alla sera ci corichiamo nei nostri letti scrivendo su Facebook lamentando di quanto sia stata noiosa e banale la giornata appena trascorsa, magari coronata dalla pioggia, dal treno in ritardo o dallo sciopero dei mezzi che ci ha costretti a camminare 500 metri per raggiungere il nostro ufficio.
Io voglio essere diverso dalla massa anche se molte volte, spesso sono il primo a comportarmi così e a commettere questi errori. Ecco perché l’iniziativa di queste evento per Regalare un sorriso, un po’ di gioia e serenità, a persone che al mattino si svegliano pronti e carichi per affrontare la loro giornata pur non avendo la fortuna e gli agi che ho io.
Raccogliere questo materiale è difficile perché devi entrare nella testa delle persone e far capire loro la bellezza e il reale valore di questi doni; il gesto non deve essere un obbligo, non bisogna farlo solo per un ritorno personale di immagine, ma deve venire spontaneamente dal cuore. Spesso le persone sono restie a fare beneficenza e faticano a credere che tutto arriverà a destinazione a causa di ciò che si sente in televisione, invece la consegna del materiale direttamente da Mauro e da altri volontari seri che si recano personalmente in loco è un’opportunità; con “Regala un sorriso” non si raccolgono soldi ma beni di prima necessità perché la banconota di carta non rende felici mentre un giocattolo, un vestito, del cibo, del materiale scolastico – che loro fanno fatica ad avere – sono cose concrete che possono avere subito e che li rende felici immediatamente.
Ecco perché è nata questa iniziativa: se essere ricchi, avere molti soldi, fare la “bella vita” vuol dire lamentarmi ogni giorno di quello che ho, preferisco essere un semplice operaio che fatica ad arrivare a fine mese, ma regalare tanti sorrisi a chi non può ridere come me!»