Sono le 2 di notte, piove. Sono nel letto e sento proprio l’acqua che scivola via, che lava, pulisce. Faccio fatica a riconoscere subito questo suono, mi devo concentrare, é da troppo tempo che non piove, che non scroscia. Appena metto tutto a fuoco sobbalzo.
[expand title=”Leggi di più”]
É fuori, appeso in balcone, tutto colorato, ricco di amore. É il cartellone di mio figlio, é l’arcobaleno di mio figlio che grida alle persone a cui lui vuole bene che andrà tutto bene e io non posso infrangere un pensiero così bello. Chissà se si rovina se lo lascio fuori, penso. Il rumore é incessante, io mi alzo, vado in sala, accendo le luci, alzo le serrande, apro la finestra… Piove, aria fresca, mi sento un supereroe, sto salvando un pezzettino di cuore di mio figlio. E chissà se lui lo capisce.
Chissà se capirà un giorno, questi giorni difficili, questi giorni tesi, a volte distanti pur sempre insieme. Soprattutto chissà se comprenderà quanto amore c’é attorno, nonostante gli errori, nonostante il blackout della mia mente e la paura.
Federica
IInvia la tua lettera a redazione@sguardidiconfine.com e indicaci se vuoi mantenere l’anonimato oppure no. Leggi le linee guida (qui) e condividi il tuo #scambiodisguardi con noi.
[/expand]