«Ieri cantavo i vinti, oggi canto i futuri vincitori: i nomadi, le infinite prinçese, chiunque coltivi le proprie diversità con dignità e coraggio, attraversando i disagi dell’emarginazione con l’unico intento di rassomigliare a se stesso, è già di per sé un vincente». Sono le parole di Fabrizio De André, ancora attuali, che riecheggiano nel libro scritto in occasione del ventennale dalla sua scomparsa (11 gennaio 2019).
In “Anche le parole sono nomadi – I vinti e futuri vincitori cantati da Fabrizio De André” (edizioni Chiarelettere), ritroviamo infatti oltre 40 testi delle canzoni, appunti prima dei concerti e registrazioni sbobinate dalle quali emergono (inediti) aneddoti e pensieri del cantautore genovese.
Un inedito percorso tramite il quale possiamo riscoprire lo sguardo sul mondo del grande Faber rivolto agli ultimi, alla libertà, all’anarchia, così come alle vite spezzate ma anche al riscatto. La raccolta, presentata venerdì 17 novembre al Teatro Verme di Milano, è stata realizzata a cura della Fondazione Fabrizio De André Onlus con l’introduzione di Dori Ghezzi (la moglie) e la postfazione di Erri De Luca. Nell’immagine di copertina, scelta da Ghezzi, «sembra che Fabrizio stia liberando le parole».
«Un libro non solo per gli appassionati del cantautore genovese – si legge nella presentazione della casa editrice – ma anche per chi, come i più giovani, desidera scoprirlo. Da leggere nel proprio privato o in gruppo, per ascoltarne insieme le parole, come accade dagli anni Sessanta con i suoi dischi».