É stato il post su Instagram che, in assoluto, ha totalizzato il maggior numero di like e commenti sul social di Emma Marrone, dopo che quest’ultima ha aizzato i suoi 3 milioni di follower contro la rivista Io Spio (qui) colpevole di aver titolato una copertina: Emma Marrone lesbica? Tutta la verità
277mila “cuoricini”, con oltre 14mila commenti (tra cui quelli di molti vip) sono un dato di fatto. Il motivo di tanto rumore? La copertina del settimanale che, a detta della cantante salentina, avrebbe ferito la dignità delle persone omosessuali. Eppure sarebbe stato così semplice aprire le pagine e leggere l’articolo. Cosa si nasconde dietro tanto clamore?
La nostra amica Lidia Borghi ha un’idea e l’ha raccontata proprio al settimanale Io Spio con una lettera aperta (qui di seguito riportata):
La verità, vi prego, su Emma Marrone
Il 17 agosto scorso il settimanale Io Spio esce in edicola con un articolo sulla presunta omosessualità di Emma Marrone; qualche ora dopo la diretta interessata pubblica una risposta alquanto sopra le righe su Instagram.
A giudicare dal post sembra che la cantante salentina sia andata fuori tema: perché dire “fate schifo, molto schifo!” Per quale motivo e a chi? Alle persone che scrivono per quella rivista di gossip? E perché mai il paese starebbe tornando al Medioevo? In merito poi all’omosessualità, che starebbe diventando un problema da combattere, direi che Emma ha toppato, visto che è da decenni che le persone omosessuali rappresentano un problema, ma non da combattere, bensì da eliminare.
Inoltre, perché il titolo sarebbe da quattro soldi? In fin dei conti nessun* le ha dato della lesbica, infatti chi ha firmato l’articolo le ha dedicato una breve monografia niente male, condita qua e là con qualche breve riferimento al suo orientamento sessuale, o no? Poi, che c’entra la dignità, per non parlare del “marciume di questa società ipocrita”? In che senso?
Insomma, lo ammetta, ha mancato il bersaglio; passi il bel messaggio indirizzato agli amici omosessuali – solo a loro? E alle amiche lesbiche no? Troppo rischioso far sapere di avere conoscenti donne omosessuali? – ai quali ha augurato tante cose scontate, mi dovrebbe spiegare che c’entra quel doppio imperativo che contiene un verbo alquanto forte come “vergognatevi”.
Chi dovrebbe vergognarsi e per quale motivo? Emma non dovrebbe essere contenta della pubblicità che quel pezzo le ha offerto su un piatto d’argento? Ah, già, dimenticavo che le sue parole le hanno fruttato una visibilità assai più grande grazie ai più di 250mila commenti, di cui ben undicimila hanno definito le donne lesbiche nei modi più turpi immaginabili.
Che cosa posso aggiungere? Che l’operazione di marketing di Emma abbia colto nel segno è chiaro all’universo mondo, ma continuo a farmi domande sul suo uso precario delle parole, le quali hanno dei significati ben precisi e andrebbero usate in punta di piedi per non far male, altrimenti potrebbero offendere, anche a causa di commenti da social che hanno lo scopo di ferire le persone. Un bel tacer non fu mai scritto, disse il poeta e a noi non resta che ritirarci in buon ordine e continuare a fare le/gli scribacchine/i.
Lidia Borghi
La fiera della vanità – Claudio Bottan
“Se pure coronati dal successo, alcuni sono soltanto degli sciocchi e dei ciarlatani; ed è per smascherarli e combatterli che è stato inventato il gossip.”
“Un titolo poco elegante”, l’ha definito Huffington Post. “Titolo choc” secondo La Stampa. “Io lesbica? Questo Paese sta tornando al Medioevo”, titola Il Messaggero. Sono solo alcune delle decine di testate nazionali tra le più blasonate che hanno abboccato all’amo del marketing più becero, quello elementare, che parte proprio dalla diretta interessata: Emma Marrone.
Un post in Instagram con la copertina del settimanale Io Spio che nel giro di poche ore totalizza oltre 240mila like e 11mila commenti, un record assoluto per la cantante salentina. E’ bastata la parola “lesbica” per innescare la viralità, un assist ben piazzato che ha offerto alla “Real Brown de noatri” la possibilità di aizzare i suoi 3milioni di follower contro la rivista adducendo argomentazioni futili e pretestuose, di quelle facili che –comodamente– si limitano al titolo di copertina.
“Al mio segnale scatenate l’inferno”. La novella gladiatora dei social è partita: “Al rogo!” ha tuonato, riferendosi alle riviste di gossip. Il risultato è online: migliaia di intrippati che vorrebbero estirpare la razza degli “scribacchini senza dignità”. Tra loro ci sono i commenti dei vip, e soprattutto dei presunti tali, che a loro volta totalizzano migliaia di like.
Ci sono un indignato Fabio Volo, una accondiscendente Fiorella Mannoia, una rediviva Loredana Bertè e la scatenata Levante. C’è spazio per tutti. Anche per Christian Vieri e la sua consorte. Sotto al post di Emma Marrone si è scatenato l’inferno di commenti. Di alcuni avremmo potuto tranquillamente fare a meno, soprattutto di quelli postati con un italiano approssimativo dagli stessi che, avendo difficoltà comunicative, aggiungono cuoricini e applausi.
Quelle decine di starlette finite nel dimenticatoio, le stesse che ogni mattina si alzano e devono pensare a quale redazione di “schifosi giornali di gossip” suonare il campanello, a chi massacrare i maroni (brown) pur di vedersi pubblicare uno straccio di pseudo-intervista ad ogni costo. Quelli che ti ritrovi sotto le redazioni, quelli che ti inondano di messaggi con eventi assurdi supplicando di pubblicare. Quelli che venderebbero mezza famiglia pur di avere mezza pagina sulla rivista schifosa.
Non hanno tardato ad arrivare le prese di distanza dal becero gossip, come quella di Fabrizio Corona o di Gabriele Parpiglia, che con il gossip ci campano. Quest’ultimo ha avuto l’ardire di consigliare alla Marrone di denunciare la rivista.
Tutto sommato lo “scribacchino del gossip” è anche un assistente sociale camuffato che si fa carico, suo malgrado, di decine di casi umani. Uno sporco lavoro, che qualcuno deve pur fare, spesso usando pseudonimi per mascherare la vergogna nel dover trattare determinati argomenti, come quello di Emma Marrone, sapendo che si tratta del gioco delle parti. Ah, a proposito, il numero di Io Spio di cui si sta parlando ha esaurito le copie in edicola. Giuro che non le ho acquistate tutte io, il misero stipendio da scribacchino che usa pseudonimi non me lo consentirebbe.