Emergenza alluvione a Venezia: 400 sono gli interventi effettuati dai 160 Vigili del fuoco al lavoro. Oltre al capoluogo, soffrono maggiormente gli effetti dell’alta marea le isole di Lido e Pellestrina. Allagamenti si registrano anche nel teatro La Fenice e nella Basilica di San Marco.
Oltre 170 gli interventi dei Vigili del fuoco già effettuati in Veneto per il maltempo, a Venezia il fenomeno dell’acqua alta ha raggiunto l’eccezionale misura di 187 centimetri. Nel centro storico della città lagunare si registrano le situazioni più critiche, con l’acqua alta che ha completamente invaso l’isola Pellestrina.
Qui, l’elicottero Drago 71 dei Vigili del Fuoco ha effettuato un sopralluogo per individuare i luoghi più idonei per piazzare le pompe ad alta capacità di aspirazione. Nella notte si sono verificati diversi incendi a causa delle centraline elettriche invase dall’acqua, incendi hanno interessato il museo Ca’ Pesaro, con il parziale crollo di un solaio a piano terra, e un edificio commerciale del Lido.
Le squadre dei Vigili del fuoco stanno operando insieme con il personale del Nucleo sommozzatori per liberare la circolazione dei canali dai diversi natanti che, rotti gli ormeggi, sono affondati. A Venezia sono già stati effettuati oltre 100 interventi e altri sono in corso. Il dispositivo di soccorso è stato rinforzato con il personale arrivato dei comandi limitrofi.
Così la voce di Greenpeace si fa sentire più forte che mai: «L’ondata di eventi climatici estremi che in queste ore sta interessando da nord a sud vaste zone dell’Italia non è maltempo, ma la conseguenza della crisi climatica in corso. E quanto sta accadendo a Venezia non è, purtroppo, altro che un drammatico esempio dell’emergenza che già viviamo ogni giorno sulla nostra pelle», dichiara Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.
Greenpeace chiede al governo italiano di fornire immediatamente supporto alle persone colpite da questi eventi estremi e di lavorare efficacemente sulle cause dei cambiamenti climatici, partendo da un rapido cambiamento dei piani energetici nazionali. In particolare, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) che il governo sta portando avanti – e che verrà approvato entro la fine dell’anno – prevede un massiccio utilizzo del gas per i decenni a venire. Così facendo si aggraverebbe la crisi climatica, perché il gas è parte del problema e non della soluzione, come cercano di far credere governo e grandi aziende del settore.
«Se politici e grandi aziende continueranno solo a rilasciare dichiarazioni, senza mettere in campo azioni concrete, saranno ritenuti responsabili dell’intensificarsi, in frequenza e violenza, degli eventi come quelli che stiamo registrando in queste ore. L’emergenza climatica che stiamo affrontando ha bisogno di vero coraggio, non di parole ipocrite e provvedimenti di facciata», conclude Iacoboni.