Caro amico ti scrivo,
cosí mi distraggo un pó.
E siccome sei molto lontano
Piú forte ti scriveró…
[expand title=”Leggi di più”]
Mi piace iniziare questa lettera con “L’anno che verrá” di Lucio Dalla. Primo per incoraggiarmi, secondo perché è un testo molto attinente al momento e terzo perché spero che qualcuno abbia iniziato a leggerlo canticchiando.
Ricevere il tuo messaggio su Whatsapp è stata per me come una doccia fredda. Lo riporto qui: “Scusa se non ti ho piú chiamato in questi giorni, ma ho la febbre da settimana scorsa e mi sento una pera cotta. Questo mostriciattolo invisibile è venuto a farmi visita. Vivo con mio marito separata in casa”. E aggiunge un’ Emoticon con la faccina che strizza l’occhio.
Le chiedo: “hai paura?” Abbastanza, risponde lei. Per fortuna non ho problemi respiratori e mi sembra che mi stia riprendendo. Anche se non oso dirlo forte (come si suol dire).
È bello il legame d’amicizia che abbiamo, anche se non gliel’ho mai detto apertamente e non l’ho mai messo nero su bianco. C’è e basta. Un legame che dura da molti anni, che ci riporta ai tempi delle medie. Non è che siamo così vecchie, ma “giovinette” non ci possiamo neanche definire.
Sono tempi duri, la tristezza ci avvolge, le lacrime ci rigano il viso, ma dobbiamo attaccarci a quel filo di speranza. Che, per me, resta una preghiera recitata per tutti, alla sera, prima di addormentarmi. Mi dà la sensazione di riposare un po’ più serena.
Concludo il messaggio con la mia cara amica dicendole di tenermi aggiornata e le mando un video divertente per sdrammatizzare. È bello terminare la nostra conversazione, via Whatsapp, con una faccina che ride.
Cristina
Invia la tua lettera a redazione@sguardidiconfine.com e indicaci se vuoi mantenere l’anonimato oppure no. Leggi le linee guida (qui) e condividi il tuo #scambiodisguardi con noi.
[/expand]