Congresso delle Famiglie a Verona, il vento del Medioevo è in arrivo. Non in nostro nome

“Il Vento del cambiamento: l’Europa e il Movimento Globale Pro-Family”. Il contestato Congresso Mondiale delle Famiglie arriva a Verona dal 28 al 30 marzo. Creato da una lobby di pressione statunitense cristiana, il World Congress of Families è giunto oggi alla XIII.

Tra i suoi punti salienti, l’attacco a tutto tondo dei diritti LGBT e del divorzio, la difesa della “presunta” famiglia naturale, della vita (escludendo la possibilità di abortire) e delle donne… dal punto di vista degli uomini. Sì, perché nel “chi siamo” del sito internet del congresso di Verona, sono indicati solo uomini. E poi ancora: promozione delle teorie riparative per omosessuali, contraccettivi al bando e infine – udite udite – la volontà di ristabilire l’ordine naturale. Peccato che per ordine naturale intendano quello imposto culturalmente dalla Chiesa. Mentre per naturale, se avessero aperto almeno un libro di sociologia – a cominciare da “Le strutture elementari della parentela” di Claude Lévi-Strauss – avrebbero scoperto un insieme di numerose strutture complesse e non scontate, tutt’altro che simili all’idea imposta dalla religione.

Ma vediamo chi prenderà parte al vento del ritorno al passato. Prima di tutto ci sarà Brian Brown, il presidente della Iof (International Organization for the Family), la rete internazionale all’interno della quale vengono organizzati ogni anno i congressi mondiali. Presenti nella prima giornata anche il vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, il sindaco, Federico Sboarina, che ha co-organizzato l’evento, e i governatori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, Luca Zaia Massimiliano Fedriga.

Sabato, back to the future con la presenza dei ministri italiani Matteo SalviniLorenzo Fontana e Marco Bussetti. I quali ovviamente, con la solita arroganza, pretenderanno di parlare “a nome di 60 milioni di italiani”. Alla compagnia si aggiunge la ministra ungherese, Katalin Novak, dla presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, l’eurodeputata di Forza Italia Elisabetta Gardini e il fondatore dei Family Day, Massimo Gandolfini.

Contromanifestazioni al Congresso delle Famiglie perché #indietrononsitorna

In contemporanea, però, in tutta Italia, Verona in primis, saranno in corso contromanifestazioni per dire no al ritorno al passato e alle ideologie che non rispettano la diversità. Tra loro, anche Susanna CamussoMaurizio LandiniLaura Boldrini, associazioni femministe come “Non una di meno” e Arcigay al grido “Indietro non si torna” (#indietrononsitorna).

Tra i primi ad esprimere il proprio disappunto contro il Congresso delle Famiglie è stato Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. «Quel congresso è quanto di più retrogrado e medievale sia mai passato nel nostro Paese. Il premier Conte – prosegue Piazzoni – ha disposto poco fa il ritiro del logo del Governo e questa è una notizia che accogliamo positivamente. Tuttavia ci lascia ancora sbalorditi il fatto che quel contenitore, che racchiude il peggio pensiero omotrasfobico e misogino, arrivi in Italia, primo paese dell’Europa occidentale ad ospitarlo.

Un fatto senza precedenti, insomma, come sottolinea il segretario di Arcigay, «spaventoso, che non lascia presagire nulla di buono in tema di riconoscimento dei diritti umani e civili. A quell’appuntamento prenderanno parola ministri importanti. Il Governo non può girarsi dall’altra parte, ma deve porre argini alla deriva oscurantista che da mesi ormai denunciamo. Dai relatori invitati a Verona il nostro Paese non ha nulla da imparare ed è inquietante che membri del governo aprano un’interlocuzione con chi in ogni parte del mondo pratica l’oppressione di donne, omosessuali, transessuali”.

A chiudere le porte al congresso è stata anche l’Università di Verona, luogo inizialmente scelto dagli organizzatori per l’evento. Di fatto, il rettore Nicola Sartor, ha ufficializzato la presa di posizione dall’evento esponendo uno striscione arcobaleno fuori dai cancelli dell’Istituto veronese.

Il simbolo della comunità LGBT presente, inoltre, riporta l’articolo 1 comma 3 dello statuto dell’Ateneo: «L’Università promuove il pluralismo delle idee e respinge violenza, discriminazione e intolleranza». Insomma, un punto di vista chiaro e inequivocabile che ben si distanzia dal vento medioevale in programma.

L’università è «un luogo di studio aperto al confronto scientifico fondato sulla libertà della ricerca e dell’insegnamento» ha precisato Sartor in una nota ufficiale. E così, dopo il rifiuto del rettore, il Congresso della Famiglia è stato organizzato unicamente nelle sale del palazzo della Gran Guardia con il concesso dal comune di Verona.

A sostenere Sartor, inoltre, anche 160 insegnanti universitari attraverso una nota ufficiale: «Come Dipartimento di Scienze Umane, insieme a molti altre e altri docenti, ricercatori e ricercatrici dell’ateneo tutto e di tutte le aree disciplinari, ci facciamo promotori di una presa di posizione critica in merito allo svolgimento del Congresso Mondiale delle Famiglie».

Tra le posizioni del Congresso prese di mira dall’ateneo ci sono l’affermazione del creazionismo, l’idea che la natura abbia assegnato a uomini e donne differenti destini sociali e diverse funzioni psichiche, l’identificare il corpo della donna soltanto nel suo ruolo riproduttivo e di cura e la promozione delle “terapie riparative” per le persone omosessuali con lo scopo di ristabilire la l’eterosessualità. Tutte posizioni indicate come scientificamente fondate ma che «in realtà la ricerca internazionale non è mai giunta a questo tipo di esiti e li ha anzi smentiti in diverse circostanze».

Congresso Famiglie: non in nome di Sguardi di Confine

Insomma, da una parte la scienza e la coscienza della libertà umana. Dall’altra il vento del medioevo. Ma che non si permettano di parlare a nome di 60milioni di italiani. Di certo non parleranno a nome della redazione di Sguardi di Confine.

Per aderire al corteo di protesta, l’appuntamento è alle 14:30 di sabato 30 marzo in Piazzale XXV Aprile (stazione di Verona Porta Nuova).

Infine, ecco una prova di quanto la realtà superi la fantasia (e le fake news). Citiamo una parte originale del manifesto: «L’accettazione delle relazioni omosessuali, lesbiche e (infine) pedofile sembra quindi una conseguenza logica dell’accettazione della contraccezione artificiale».

Se riuscite a trovare una logica tra omosessuali, lesbiche, pedofili e contraccettivi, scriveteci…

Foto Filippo Dolciati, Esecuzione di Girolamo Savonarola, 1498, Museo di San Marco, Firenze

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