“Auschwitzland” scritto a caratteri Disney. È la maglietta che ha fatto il giro di giornali nazionali, internazionali e del web, provocando scalpore e orrore ovunque. A indossarla, Selene Ticchi, militante di Forza Nuova – già candidata a sindaco di Budrio (Bologna) per la lista neofascista “Aurora italiana” – lunedì 29 ottobre durante la manifestazione per l’anniversario della marcia su Roma a Predappio, paese natale di Mussolini.
Ad arrivare come uno schiaffo devastante nella mente di tutti coloro che dello sterminio del campo di concentramento ne portano la memoria affinché tale atrocità non si ripeta, è stata la foto che ritrae la suddetta Ticchi. In pratica, terribili grandi sorrisi impressi nel suo volto. E lei, dopo la valanga di polemiche, ha ribaltato la questione in modo ancor più grottesco: «Sto vivendo un momento molto stressante della mia vita, diciamo che sono stata ingenua e disattenta e ho messo la prima maglietta che ho trovato a casa» ha dichiarato. Sentendosi in dovere di precisare anche (si veda l’intervista al Corriere della Sera): «Mi hanno detto che il cancello è quello di Birkenau».
“Auschwitzland” è terrificante. Ma non facciamo l’errore di generalizzare.
Quella scritta indossata è un oltraggio all’umanità. Così come lo sono stati i cori inneggianti il Duce e le braccia destre alzate durante la manifestazione. Una rievocazione (purtroppo approvata dalle autorità) che con pietrificante leggerezza rievoca e inneggia una dittatura che contribuì ad uno dei più grandi stermini della storia, sostenendo e appoggiandone le atroci irrazionali “razionalità” razziste. «Camerata Mussolini, presente!», «Duce duce», «Boia chi molla», «Arrestateci tutti» (striscione compreso), sono stati alcuni dei cori urlati a festa dai presenti.
Ma non facciamo l’errore di generalizzare e dare a tutti gli esponenti di estrema destra, o semplicemente di destra, il volto di Selene Ticchi. Non facciamo, insomma, il “loro” stesso errore (ma loro chi?)… di pretendere che il caso del singolo possa valere ed essere rappresentante della massa. E che esistano i buoni e i santi da una parte e i cattivi e crudeli dall’altra. La realtà è un po’ più complessa delle fiabe per bambini.
Infatti, il senatore di Liberi e Uguali, Francesco Laforgia, ha subito presentato una interrogazione al Ministro dell’Interno Matteo Salvini in merito alla Marcia su Predappio e alla suddetta spregevole maglietta. Ma non è stato l’unico a prendere le distanze dall’avvenimento.
Di fatto, anche CasaPound si è dissociata (a suo modo): «Maledetti pagliacci mascherati che ogni anno andate a Predappio a disonorare i morti con le vostre sguaiate marcette e fate a gara con chi si mette la maglietta più imbecille perché siete le scimmie ammaestrate degli antifascisti, uscisse Mussolini dalla tomba vi prenderebbe a schiaffi, uno per ogni ragazzo o ragazza caduto combattendo per quell’idea così grande che nel vostro microcervello non riesce e non riuscirà mai ad entrare» ha scritto su Facebook Simone Di Stefano, il leader nazionale di CasaPound.
Presa di posizione anche dalla stessa Forza Nuova che, a firma della segreteria di partito, scrive su Facebook: «La tesserata Selene Ticchi D’Urso è già stata sospesa, con effetto immediato e a tempo indeterminato, da ogni attività del movimento politico Forza Nuova. Con il suddetto provvedimento, Forza Nuova prende decisamente le distanze da quanto mostrato dalla signora e diffida la D’Urso dal rilasciare qualsiasi dichiarazione a nome e per conto del movimento stesso, il quale nulla ha a che vedere con le espressioni da lei adottate e con quanto la stessa ha dichiarato, ed eventualmente potrà dichiarare, alla stampa».
Le distanze sono arrivate, fortunatamente, anche dal sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone, esponente della Lega: «Speravo di non vedere mai più espressioni di questo genere. Ho letto le scuse della signora Selene Ticchi che afferma di aver indossato la maglietta con l’infame scritta “Auschwitzland” per sbaglio. Ma una maglietta con quella scritta dovrebbe essere nel bidone della spazzatura e non in un cassetto, anzi non dovrebbe mai essere stata stampata. La signora in questione dovrebbe studiare di più la storia, sentire testimonianze e visitare qualche museo sulla Shoah per capire la portata devastante e indegna dal suo gesto».
Presa di posizione – dobbiamo dirlo – non pervenuta però né dal Ministro Matteo Salvini (che nel frattempo pubblica sui social il suo pranzo di frutta dal Qatar e, domenica, “un bel panino col salame”) né dal Ministro Luigi di Maio. Il Governo Salvimaio, insomma, continua a nutrire i suoi elettori con le caramelle più gustose. Meglio non rischiare di perdere qualche voto, probabilmente.