“Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”. Questa la dichiarazione storica di Papa Francesco emersa dal documentario uscito mercoledì 21 ottobre alla Festa di Roma a firma di Evgeny Afineevsky.
Così, è arrivata subito la risposta da Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay: “Il sostegno del pontefice alla legge sulle unioni civili, per come raccontato nel documentario presentato alla Festa del cinema di Roma, è senza dubbio una gradita sorpresa. Sorprende infatti – prosegue –, dopo secoli di omofobia da parte della Chiesa, scoprire che un pontefice, seppur nelle retrovie, si sia battuto per una legge sulle unioni civili”.
Da Arcigay lecita anche la precisazione, per ripercorrere anni di lotte spese da attivisti: “Ci piace tuttavia ricordare che in Italia quella legge è giunta dopo anni di battaglie delle persone lgbti per il matrimonio egualitario e vogliamo puntualizzare, senza arroganza e con benevolenza, che sono state quelle battaglie innanzitutto ad aver prodotto quella vittoria”.
Quindi, precisa Piazoni: “A quelle generazioni di pionieri questo Paese deve molto, e deve molto anche papa Francesco, perché la battaglia che ci racconta di aver combattuto arrivava in realtà da molto lontano. Il ritrovarsi una volta dalla stessa parte non dice molto sulla condivisione di una complessiva idea della società, del mondo, delle persone, del rispetto che è dovuto loro, alle loro scelte, alla loro libertà, alla loro autodeterminazione. Restiamo su molti fronti parecchio distanti. Tuttavia meno ostili e questa, visto il passato, è una notizia che porta sicuramente sollievo”.
Infine, uno sguardo alla prossima conquista necessaria: “Oggi la battaglia è quella contro omostranfobia e misoginia, pratiche “di stato” in molte parti del mondo. In Italia questa battaglia si traduce nell’impegno per l’approvazione di una legge efficace contro questi fenomeni. Chiediamo a gran voce di mettere un argine all’odio e quotidianamente affrontiamo la contrarietà militante di una buona parte della Chiesa. Speriamo allora di scoprire, nel tempo che abbiamo davanti, che l’influenza positiva del pontefice avrà ammorbidito certe preclusioni”.