Poesia finalista alla XV edizione del Premio di Poesia Agostino Venanzio Reali nella sezione giovani.
Tutti noi abbiamo un angolo di mondo al quale siamo particolarmente affezionati; un luogo che ha il sapore di casa, un luogo in cui ci siamo a tratti persi e poi ritrovati percorrendone le vie ed i suoi vicoli.
E tra il continuo susseguirsi di passi ed ombre in questo groviglio di strade a volte avviene anche l’incontro con se stessi.
A UNA CITTÀ
La torre si erge come un faro
o un astro notturno
nella città che ci vede crescere ogni giorno
e nel silenzio penso
ai treni che ho preso
e a quelli che ho perso
per arrivare sin qua:
a volte, la coincidenza non risparmia nessuno
e così l’incontro si prolunga nel tempo
i nostri sguardi si sfiorano
e scorrono paralleli
lungo binari infiniti
senza toccarsi mai.
Un continuo perdersi
un incessante cercarsi
nel quadro cittadino
sotto la torre; un guardiano
imperturbabile che osserva
le strade, i ponti
le chiese, gli amanti sotto i portici
mentre le scritte sui muri
reclamano parole, versi
e gridano, solitarie
nella notte.
La città vive
delle nostre emozioni,
impressioni
dei continui passaggi
da una strada all’altra
e così appassisce
e rinasce
ogni volta che Tu la attraversi.