È rientrato in Italia dopo 38 anni di latitanza. Cesare Battisti, l’ex terrorista italiano attivo durante gli anni di piombo è stato riportato questa mattina in Italia a bordo del Falcon 900, velivolo del Governo italiano con il quale è decollato da Santa Cruz in Bolivia, Paese dove è stato arrestato dopo quasi 40 anni di fuga.
Testa alta, pizzetto, giubbotto marrone, niente manette ai polsi e un sorriso di sfida o sfrontatezza, così come hanno commentato i giornalisti sul posto. Alle 11.50 ha rimesso piede nello Stato nel quale ha fatto versare sangue e dolore negli anni ’70.
Chi è Cesare Battisti, ex terrorista italiano
Cesare Battisti, classe 1954, nacque a Cisterna di Latina ma crebbe nella vicina Sermoneta da una famiglia di estrazione contadina e operaia. Da adolescente si iscrisse al Partito Comunista Italiano e fece parte della FGCI, il gruppo giovanile del PCI, ma ne uscì poco dopo. Nel 1968 si iscrisse al liceo classico, ma già nel 1971 abbandonò la scuola. Fu protagonista di una fase giovanile burrascosa, segnata da atti di teppismo e di piccola delinquenza.
Membro del gruppo Proletari Armati per il Comunismo (PAC), Cesare Battisti è poi stato condannato all’ergastolo con sentenze passate in giudicato, per quattro delitti, due commessi materialmente, due in concorso con altri (concorso materiale in un caso, morale nell’altro, secondo la legislazione d’emergenza degli anni di piombo), oltre che per vari reati legati alla lotta armata e al terrorismo.
Incarcerato, evase poi dal carcere di Frosinone nel 1981 dopo essere stato condannato a 12 anni in primo grado per banda armata e, in seguito, in contumacia per partecipazione a quattro omicidi. Ha ricevuto asilo fuori dei confini italiani come rifugiato politico e ha svolto l’attività di scrittore di romanzi di genere noir.
Dei 4 delitti si è sempre proclamato innocente e ha chiesto l’amnistia per i reati commessi tra il 1969 e il 1990. La sua latitanza l’ha trascorsa in Messico, in Francia (dove si sposò ed ebbe due figlie) e infine in Brasile, dove venne poi arrestato nel 2007 per ingresso illegale tramite documenti falsi.
Restò in carcere per 7 anni e poi nel 2015 venne nuovamente arrestato dalle autorità brasiliane in seguito all’annullamento del permesso di soggiorno e rilasciato quasi subito. Lo stesso avvenne nel 2017.
Latitante ancora una volta dal dicembre 2018, dopo la revoca dello status di residente permanente e l’ordine di estradizione del presidente Michel Temer, il 12 gennaio 2019 è stato arrestato a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, da una squadra dell’Interpol (team composto da Polizia italiana, Criminalpol e Antiterrorismo).
Ergastolo a vita per Cesare Battisti nel carcere di Oristano
Così da oggi, 14 gennaio, è tornato in Italia e portato nel carcere di Oristano dove sconterà l’ergastolo dopo una pena iniziale di 6 mesi di isolamento diurno.
Poco dopo l’apertura del portellone dell’aereo un gruppo di sette agenti di polizia è salito sul velivolo mentre un’altra decina di agenti, in parte armati di mitraglietta, lo ha atteso ai piedi della scaletta e, nel giro di qualche minuto, lo ha fatto scendere dall’aereo.
All’arrivo dell’ex terrorista, all’interno dello scalo di Ciampino, sono stati presenti il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. I due ministri hanno poi tenuto una conferenza stampa insieme al premier Giuseppe Conte.
«Abbiamo assicurato alla giustizia una persona pericolosa che ha fatto del male all’Italia e che si è dimostrata irridente e oltraggiosa nei confronti del Paese – ha precisato il capo della Polizia Franco Gabrielli – Voglio sottolineare il lavoro della nostra Intelligence, della Digos e della questura di Milano che hanno lavorato assieme all’Interpol per raggiungere questo straordinario risultato».
Inoltre, come hanno spiegato il procuratore generale di Milano Roberto Alfonso e il sostituto pg Antonio Lamanna, Cesare Battisti rientra nei casi dell’ergastolo ostativo, ovvero quelli senza la possibilità di ottenere benefici nell’esecuzione della pena, almeno se le condizioni non mutano.
Non solo Cesare Battisti: la questione in sospeso con Luigi Bragaglia
E ora, tra chi si sfoga sui social accusando il Governo italiano di aver imbastito un circo mediatico ad hoc per far puntare l’attenzione su “fatti ormai lontani dal presente”, c’è anche chi ricorda che, va bene cantare vittoria perché in questo caso giustizia è fatta, ma non è finita qui. In Brasile, ad esempio, c’è ancora l’ex attivista di estrema destra, Luigi Bragaglia. Fu arrestato nel 2008 dopo 26 anni di latitanza e ora, in tanti, reclamano anche il suo rientro in Italia.