Muro di donne in India contro la disuguaglianza di genere grazie al sostegno del Governo del Kerala.
Una catena umana lunga 620 chilometri per protestare contro la disuguaglianza di genere dalla punta nord di Kasaragod a sud di Thiruvanthapuram. È successo il primo gennaio a Kerala, in India, dove circa 3 milioni di indiane (decine di migliaia secondo alcune fonti) hanno rivendicato il proprio diritto di accedere al tempio indù Sabarimala.
Nonostante la Corte Suprema indiana abbia abolito il divieto di ingresso lo scorso settembre, le donne indiane in età fertile (tra i 10 e i 50 anni), sono ancora bandite con lo scopo di evitare di indurre in “tentazione” il dio Ayyappa, celibe secondo la credenza.
Ma l’alba del 2019 ha segnato una pacifica rivoluzione e così due donne – Bindu Ammini (40 anni) e Kanaka Durga (39 anni) – inizialmente bloccate, sono riuscite a entrare nel tempio proprio grazie alla catena di donne indiane che si è formata in loro sostegno anche se i custodi del luogo sacro hanno deciso di chiuderlo per un’ora per eseguire “rituali di purificazione”.
I religiosi integralisti continuano infatti ad attaccare le donne che tentano di entrare ma le indiane hanno ormai segnato la storia. Al loro fianco hanno anche il sostegno del Governo di sinistra del Kerala, vero motore della protesta.
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