Amicizia Nostalgica, riflessioni settembrine

L’ultimo giorno delle vacanze estive è un po’ come il 31 dicembre: scrutando l’orizzonte al tramonto e l’immensità del mare si ripensa al passato, a quel che è stato e a quel che sarà, a tutto quello che si è fatto in passato e a quel che si potrà fare in futuro, è il tempo dei bilanci dei mesi appena trascorsi ma è anche la progettazione di buoni propositi per i prossimi mesi.

Articolo di Valentina Bottini e Gianluca Pepe

Il binomio tra nostalgia e mare è il filo rosso che lega numerose canzoni, il navigare dei pensieri scrutando l’immensa distesa salata davanti a noi è quasi un must che accomuna film, libri e poesie: si sa ma tutte le volte si rimane inermi e affascinati davanti a quel magico spettacolo.

Come ogni anno eccomi qui: è l’ultimo giorno della mia vacanza estiva, il mio sguardo si perde guardando il mare e nella mia mente risuonano i versi iniziali della canzone “L’estate sta finendo” del duo musicale Righeira, popolare negli anni Ottanta:

L’estate sta finendo e un anno se ne va / Sto diventando grande lo sai che non mi va / In spiaggia di ombrelloni non ce ne sono più […]”.

Il mio pensiero è cullato dalle onde; scrutando l’orizzonte la mia mente si lascia trasportare rivivendo flashback di un passato lontano e vicino. Medito su tutto quello che ho vissuto, su quello che sto facendo, e mi chiedo se le decisioni che prenderò siano giuste o sbagliate.

Rivedo l’infanzia di essere bambini e correre sulla spiaggia o di  giocare con secchiello e paletta; ecco gli anni dell’adolescenza, le serate con gli amici a ballare, appisolarsi osservando le stelle e risvegliarsi in spiaggia per guardare l’alba.

Ripenso all’Amicizia,  quella vera che non ha niente a che vedere con quella che ora si basa solo sull’essere in contatto con i profili sui social network, quella con la A maiuscola, quella con dei valori e dei principi, quella che nasceva sulla base fondamentale del rispetto reciproco, quella che non ha bisogno di mille messaggi  o telefonate per esser certi della presenza dell’altra persona.

Le sere trascorse a chiacchierare fino a notte fonda, lo scambio di consigli sui dilemmi adolescenziali, le uscite davanti a una cocca cola o ad una birra per sfogarsi dopo l’ultimo diverbio in famiglia. Quell’amicizia talvolta incomprensibile agli occhi di terzi che non comprendono come sia possibile che due persone, caratterialmente opposte, in realtà siano così tanto amiche, anche tra uomo e donna.

Sì perché non è vero che non esiste amicizia tra uomo e donna, tra di loro  c’è un legame che va oltre il bacio di una coppia ma che si traduce in un abbraccio fraterno e in uno sguardo complice che silenziosamente dice che l’altra persona ci sarà sempre.

L’Amicizia vera è esattamente quella descritta nel testo della canzone “Un amico è così” cantata da Laura Pausini:

“E’ facile allontanarsi sai / Se come te anche lui ha i suoi guai / Ma quando avrai bisogno sarà qui / Un amico è così / Non chiederà nè il come nè il perché  / Ti ascolterà e si batterà per te / E poi tranquillo ti sorriderà / Un amico è così […] Non ha bisogno di parole mai / Con uno sguardo solo capirai. / Che dopo un no lui ti dirà di sì / Un amico è così  […] E ricordati che finché tu vivrai / Un amico è la cosa più vera che hai / È il compagno del viaggio più grande che fai  / Un amico è qualcosa che non muore mai”.

L’Amicizia vera sconfigge tutto, anche la distanza e il tempo. Ora ognuno ha amicizie a tre cifre sul proprio profilo, ma nel momento del bisogno ci si guarda intorno e ci si accorge che in realtà le persone su cui si può fare affidamento perché si ha la certezza che ci saranno sempre in qualsiasi momento della propria vita, si possono contare sulle dita di una mano. All’improvviso i 500 “amici” diventano semplici conoscenti: questa è una realtà amara di cui crescendo si diviene sempre più consapevoli.

I garriti dei gabbiani mi riportano alla realtà e torno a domandarmi se tutto quello che ho vissuto, l’ho vissuto bene o se ho dei rimpianti. Ed è proprio allora, alla fine della vacanza, proprio mentre saluto il mare dandogli appuntamento tra 11 mesi, che mi è tutto chiaro: nella vita non c’è qualcosa di giusto o di sbagliato, perché quello che può essere giusto per te può essere sbagliato per qualcun altro e viceversa.

Capisci che non ci devono essere rimpianti perché la vita va vissuta così com’è, tutta d’un fiato perché è una sola. Facendo le valigie so che ho riempito il mio bagaglio con un’altra esperienza e torno a casa con la convinzione di accettare la vita così come viene, perché non si sa mai quali carte capiteranno nella prossima mano, ma c’è la certezza che la vita è un dono prezioso e come tale va vissuta!

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