Do you see me? Do you see? Do you like me?
Do you like me standing there?
Do you notice? Do you know? Do you see me?
Do you see me?
Does anyone care?
“Mi vedi? Mi vedi? Ti piaccio? Ti piace che io stia lì? Lo noti? Lo sai? Mi vedi? Mi vedi?Importa a qualcuno?“. Sono le domande di Dolores O’Riordan dalla sua Ode to My Family. Un grido tra tristezza e rancore che la cantante dei Cranberries, scomparsa il 15 gennaio 2018, ha affidato con questa ninna nanna in rime alla musica pop per ricordare gli anni d’infanzia e, in particolare, la cecità dei genitori non solo rispetto alla sua presenza in famiglia ma soprattutto di fronte agli abusi sessuali che subì da bambina.
Con il secondo singolo tratto dall’album No Need to Argue del 1994 la vocalist diede infatti sfogo a un dolore restato dentro fin troppo a lungo. Ne parlò solo nel 2013 svelando di essere stata abusata per 4 anni dallo stesso uomo (dagli 8 ai 12), all’insaputa dei genitori.
Quel periodo buio risale al momento del trasferimento degli O’Riordan a Limerick: «In quel momento della mia vita avevo tantissime persone intorno – ricordava Dolores a proposito – mia madre lavorava tantissimo per pagare le bollette e mio padre era all’oscuro di tutto».
Oscurità che durò fino alla scomparsa del padre, avvenuta nel 2011, visto che la cantante irlandese tirò fuori i suoi dolorosi ricordi solo in seguito, iniziandone a parlare con la madre.
Peccato che dell’addio terreno a Dolores O’Riordan se ne sia approfittato Mario Adinolfi, il “giustiziere” della “famiglia tradizionale”, su Twitter. Postando una versione acustica di Ode to My Family ha infatti commentato: “L’ultimo live solo acustico a Parigi, con il Crocifisso bene in evidenza. Dolores canta l’Ode alla famiglia”. Che gaffe senza ritegno.
Intanto tra le cause che ora gravitano attorno al suo decesso, c’è proprio la storia della sua infanzia. Come si può intuire, pare che i suoi anni da bambina abbiano contribuito alle precarie condizioni di salute mentale dell’età adulta.
Dolores O’Riordan era infatti “terribilmente depressa“, per citare le parole degli amici più intimi. Sono state queste le loro dichiarazioni rilasciate al Daily Mail dopo la scomparsa improvvisa della vocalist 46enne, avvenuta lunedì 15 gennaio in una camera dell’hotel Hilton a Park Lane a Londra.
Dolores O’Riordan e il bipolarismo
Ma non solo. Oltre alla ormai decennale lotta contro la depressione, la frontwoman della band irlandese doveva convivere anche con il bipolarismo, disturbo che le fu diagnosticato nel 2015 insieme a difficoltà alimentari evidenti nella sua anoressia ai quali si aggiungevano l’abuso di alcool. Un quadro infelice che divenne evidente quando, nel 2013, tentò il suicidio.
Il disturbo bipolare, per chi la conosceva bene, era palese. Tra i racconti che ermergono in questi giorni, ad esempio, c’è quello dell’amico Dan Waite. Poco dopo mezzanotte del 14 gennaio Dolores gli aveva lasciato un messaggio in segreteria, non vedeva l’ora di incidere le voci per le registrazioni in corso a Londra.
«È sembrata piena di vita — ha poi commentato Waite — scherzava e mi ha detto che era felice di vedere me e mia moglie in quei giorni». Semplice episodio per descrivere una grande euforia della cantante, spesso alternata a fasi di profonda depressione. Oscillazione, questa, tipica proprio di chi è affetto da bipolarismo.
Dolores O’Riordan, l’eredità dopo la sua scomparsa
Della sua morte, invece, non si sa nulla. Una risposta si avrà tra settimane, dopo i risultati di un eventuale esame tossicologico. Di certo è che Dolores ora lascia tre figli, Taylor Baxter Burton, 20 anni, Molly Leigh Burton (17) e Dakota Rain Burton (12) e il compagno Olé Koretsky, “hearbroken and devasted” come scrive nel sito internet della band Dark.
Di lei rimangono – oltre all’ultimo scatto postato sui social (viso stanco e incappucciata) – i grandi successi che segnarono la storia del rock degli anni Novanta. E non solo con la celeberrima Zombie. Il suo corpo, invece, riposerà in pace a Limerick, la città natale, accanto al padre.
Leggi il testo di Ode to My Family e la traduzione in italiano