Cosa significa essere asessuale? Ce lo spiega Alice, 33enne referente del Gruppo Asessualità di Arcigay Milano. Da volontaria del Milano Pride, il suo impegno è via via cresciuto: ora partecipa alla commissione del Milano Pride, è attiva nel Gruppo Scuola di Arcigay Milano e fa parte del Checcoro (il coro LGBT* di Milano).
Intervista di Mirko Galantucci in collaborazione con Valentina Colombo
Come hai vissuto, durante la crescita, la tua asessualità? Hai capito subito la tua condizione? Hai incontrato degli ostacoli?
“Fin da quando ho avuto coscienza di me, sapevo di essere “differente” dai mie amici, compagne e compagni di classe. Mi innamoravo, avevo le mie belle cotte adolescenziali ma… sentendo i racconti dei miei coetanei mi accorgevo che c’era qualcosa di diverso, non mi rispecchiavo nelle loro emozioni. Ho passato molti anni pensando di essere “sbagliata”, di avere qualcosa che non andava, soprattutto a causa dei continui episodi di bullismo durante il liceo.
A un certo punto però, per caso, ho scoperto su un libro la parola asessualità. Non sapevo di cosa si trattasse, ma vista l’etimologia della parola, diciamo che mi è venuto il sospetto di avere trovato una risposta. Da lì sono partite le mie ricerche su internet e beh… diciamo che mi si è aperto un mondo. Ho scoperto che c’erano altre persone come me, che non ero sola e che ero sana e normale.
Passati un po’ di anni dedicati alla mia scoperta personale, ho deciso di fare coming out e di fare qualcosa per aiutare le persone con orientamenti sessuali e di genere non etero-normativi a non sentirsi sole, isolate e discriminate: mi sono rivolta all’Arcigay di Milano come volontaria del Milano Pride.
Da lì il mio impegno di è esteso sempre di più: faccio ancora parte della commissione del Milano Pride, sono attiva nel Gruppo Scuola di Arcigay Milano per combattere discriminazioni e bullismo a scuola, faccio parte del Checcoro (il coro LGBT* di Milano) e circa un anno e mezzo fa abbiamo fondato il Gruppo Asessualità in Arcigay Milano. Lo scopo di questo Gruppo è principalmente quello di fare informazione e di fornire alle persone asessuali un posto sicuro e accogliente dove incontrarsi e fare comunità”.
Chi si può definire asessuale? Cosa significa essere asessuale?
“Riguardo l’asessualità in generale, direi di partire con le basi: è un orientamento sessuale, quindi naturale e innato, una naturale e sana variazione della sessualità umana. Una persona asessuale è una persona che non prova attrazione sessuale verso persone di alcun genere. Questo però non significa non essere in grado di provare attrazione romantica/affettiva: quindi esistono asessuali omo-romantici (attratti emotivamente da persone dello stesso genere), etero-romantici (da persone del genere opposto), bi-romantici, ecc”.
Quando parli di bullismo, intendi che sei ne stata vittima? Ti va di approfondire la questione, raccontandoci qualche episodio?
“Per bullismo, sì intendo che ne sono stata vittima. Gli adolescenti (e non solo) purtroppo prendono spesso di mira chi vedono come ‘diverso’. I miei anni del liceo quindi sono stati particolarmente difficili”.
Cosa vedevano in te di diverso gli altri ragazzi? In cosa sarebbe visibile una tua ‘diversità’?
“Beh, immagino che questo dovresti chiederlo a loro. Credo che il bullismo nel caso degli orientamenti sessuali sia più una cosa istintiva, non c’è una differenza visibile (come può essere nel caso delle persone di etnie non caucasiche, o delle persone disabili), non ci sono segni particolari che indicano una persona come gay, lesbica, ecc. Essenzialmente, loro percepivano una mia diversità, sicuramente vedevano che non mi comportavo secondo gli standard sociali e da questo immagino sia scaturito il tutto”.
Per quanto riguarda il Gruppo Scuola, quali sono le difficoltà maggiori che raccontano i giovani che si rivolgono a voi?
“Al momento al Gruppo Asessualità di Arcigay Milano partecipano circa una trentina di persone. Per il Gruppo Scuola: non sono i ragazzi che si rivolgono a noi, ma noi che facciamo interventi nelle scuole, portando la nostra esperienza e cercando di smontare i meccanismi che portano alla discriminazione. Abbiamo quasi sempre un riscontro molto positivo dai ragazzi, si vede che il mondo piano piano sta cambiando in meglio”.
Non aver mai provato attrazione sessuale, significa non provare neppure ad avere rapporti fisici? Quindi, un asessuale non prova l’orgasmo e/o non potrebbe proprio raggiungerlo?
La mancanza di attrazione sessuale significa anche mancanza di affetto inteso come coccole e carezze?
“Un asessuale può tranquillamente avere rapporti sessuali fisici e arrivare all’orgasmo (fisiologicamente funziona tutto), e essere quindi a proprio agio anche con coccole e carezze. La differenza fra attrazione sessuale e la capacità/piacere di avere contatti fisici è abbastanza abissale”.
Quindi, in sostanza, il piacere fisico sessuale ci può anche essere ma non c’è attrazione? Ci spiegheresti meglio la differenza?
“Ovviamente sì! Nel caso non fosse chiaro: il piacere è dato dagli stimoli fisici, l’attrazione sessuale è un’altra cosa. Faccio un esempio, forse è più semplice! Se una persona eterosessuale decidesse di avere un rapporto con un’altra persona da cui non è attratto (ossia verso cui non è scattata quel tipo di ‘scintilla’), durante il rapporto proverà piacere ugualmente. Il corpo funziona sempre allo stesso modo”.
Riguardo l’asessualità, esistono diversi termini che identificano le sotto-categorie: si parla, ad esempio, di demisessuali, demiromantici e aromantici. Ci potresti spiegare bene il significato di queste categorie?
“Essenzialmente, l’asessualità è un orientamento sessuale caratterizzato dalla mancanza di attrazione sessuale verso altre persone. Questo ovviamente non significa che le persone asessuali non possano provare attrazione romantica/affettiva. Quindi ci sono asessuali etero-romantici, omo-romantici, bi-romantici ecc.
Della comunità asessuale fanno anche parte persone che si trovano ‘a cavallo’ fra l’orientamento asessuale e altri orientamenti, ossia gli asessuali ‘grigi’ (che provano attrazione sessuale, ma raramente) e i demisessuali (persone che provano attrazione sessuale solo in seguito a un forte legame emotivo)”.
Immagino che, appartenendo a una minoranza così piccola, si possa avere difficoltà a trovare un partner. Ti è mai capito di trovare un partner non asessuale e, se sì, come l’hai vissuta?
“Piccola, ma non tanto! Diciamo che, a livello statistico, si parla del 5% circa della popolazione. Il problema principale non sono i numeri, ma la visibilità. Se infatti le persone asessuali non vengono ‘allo scoperto’, sarà difficile per un altro asessuale incontrarle. Detto questo, personalmente, non sono propensa a considerare solo persone asessuali come potenziali partner. Preferisco considerare una persona come persona, se poi il rapporto è destinato a durare si troverà un equilibrio.
Ci sono moltissime persone asessuali in relazioni ‘miste’: a volte il partner non asessuale decide di non avere rapporti e si formano le cosiddette coppie bianche, a volte il partner asessuale decide di avere rapporti (come dicevo può rimanere comunque un’attività piacevole), a volte si formano coppie aperte, poliamore ecc ecc. Ogni coppia farà quello che si sente fare a seconda degli individui che la compongono”.
Foto apertura: Asexuals marching down Regent Street at Pride London/WorldPride 2012.