In occasione del Trans Day of Remembrance che si tiene ogni anno il 20 novembre, pubblichiamo i dati del Trans Murdering Monitoring e alcune nostre riflessioni a riguardo.
2020, 4 luglio, Mateo López Mejía, attivista trans viene assassinato con due colpi di pistola mentre distribuiva cibo alle persone in difficoltà.
Ottobre 2020, Coimbatore, India, Sangeetha, la presidentessa dell’associazione transgender che aveva aperto un hotel per aiutare le persone trans durante la pandemia, viene trovata assassinata. Queste sono solo alcune delle più raccapriccianti notizie riguardanti gli assassini delle persone trans. Sono recenti, impossibili da dimenticare e alcune di esse sono accomunate da reportage vergognosi e imbarazzanti. Le persone trans vengono uccise due volte, la prima da effettivi assassini, la seconda dai giornalisti che, ormai non scusabili per ignoranza, non hanno una colpa meno grave.
La notizia dell’assassinio di Mateo Lopéz è stata riportata da molti media colombiani come l’uccisione di una donna. Anche in Italia abbiamo visto recentemente come la notizia di un tentato omicidio ai danni di una persona trans, Ciro, riuscito poi nei confronti della sua compagna, Mariapaola, sia stata riportata dai media. E se lo sdegno nel frattempo non ha fatto altro che trasformarsi in disgusto, ci sono delle occasioni utili ed informative per riflettere sulla transfobia, a partire dalla vita delle sue numerose vittime.
Il Trans day of Remembrance è infatti una ricorrenza introdotta nel 1999 dall’attivista transgender Gwendolyn Ann Smith, a partire da un fatto di cronaca simile a quelli precedenti: l’omicidio di Rita Hester, nel 1998 a Boston. Rita era una transgender afroamericana di 25 anni uccisa nel suo appartamento e proprio il fatto che i media riportarono la notizia parlando di lei al maschile, (oltre al fatto che nessuno fosse stato condannato per il suo omicidio) convinsero Gwendolyn Ann Smith a creare questa ricorrenza.
Da quel momento il Trans Day of Remembrance aiuta a riflettere il volto di una società che oltre a fallire nella protezione di alcune vite, riesce anche a continuare a denigrarle una volta che sono state annullate. Per questo motivo, i discorsi d’odio vanno contrastati con l’educazione, l’empatia, la parola, prima che l’informazione distorca con l’opinione la verità.
Trans Day of Remembrance – Tdor 2020: ecco i dati 2020 di
Trans Murder Monitoring
Per quanto riguarda l’informazione invece, è sempre utile rifarsi ai dati, infatti, per l’occasione della giornata che si tiene ogni 20 Novembre, riportiamo di seguito l’aggiornamento dei dati raccolti dal Progetto di ricerca Tvt (Transrespect versus Transphobia Worldwide) attraverso il Trans Murder Monitoring (TMM). Ossia,l’osservatorio che monitora sistematicamente, colleziona e analizza a livello globale i report degli omicidi di persone trans e non binary.
L’aggiornamento di quest’ anno rivela che è stata segnalata l’uccisione di un totale di 350 persone trans e non binary tra il 1 ottobre 2019 e il 30 Settembre 2020, indicando una crescita del 6% degli omicidi riportati rispetto al 2019.
La maggioranza degli omicidi sono avvenuti in Brasile (152) Messico (57) e Stati Uniti (28), aggiungendosi a un totale di 3.664 casi riportati in 75 paesi e territori in tutto il mondo, tra il primo gennaio 2008 e il 30 settembre 2020.
In breve, ecco i dati del report di Trans Murder Monitoring:
- – 350 persone trans e non binary sono state uccise, 6% in più rispetto al report 2019
- – 98% delle persone trans uccise globalmente erano donne o transgender femminili
- – 62% delle persone uccise delle quali era conosciuta l’occupazione erano sex workers
- – 79% delle 28 persone uccise negli Stati Uniti erano persone di colore
- – di 11 persone trans uccise in europa, 50% erano migranti
- – l’82% di tutti gli omicidi registrati sono avvenuti in America Centrale e Sud America, 43% in Brasile.
- – il 38% degli omicidi è avvenuto nelle strade e il 22% nelle loro abitazioni
- – l’età media delle persone uccise era di 31 anni, tra le quali la più giovane aveva 15 anni
I dati raccolti dimostrano un trend allarmante e una crescita annuale graduale degli omicidi verso le persone trans e non binary tra il 2008 e il 2020. Tuttavia, questi numeri non sono completi. Poiché i dati non sono sistematicamente raccolti in molti paesi, oltre al costante misgendering delle famiglie (come, per esempio, continuare a chiamare con il nome del genere di nascita la persona che ha intrapreso la transizione), delle autorità e i media, non è possibile stimare il numero di casi non riportati.
A causa del Covid-19 e del crescente razzismo e brutalità della polizia, le vite delle persone trans e non binary sono sempre più a rischio. I dati sono una testimonianza di come il Covid-19 abbia sproporzionatamente impattato le persone transgender in tutto il mondo, specialmente le più marginalizzate se sono nere, donne, sex workers, migranti, giovani, povere.
«Dietro le rappresentazioni statistiche di numeri e percentuali ci sono persone le cui vite andrebbero valorizzate. – commentano i responsabili di TMM – Invece, come società, abbiamo fallito nel momento in cui andavano protette. I dati raccolti e combinati indicano che le donne trans nere e migranti sono le più vulnerabili e quelle più frequentemente prese di mira. Lo stigma sociale e la criminalizzazione della prostituzione espongono le sex workers transgender all’abuso, allo sfruttamento e alla violenza. Allo stesso tempo, questi gruppi sono ripetutamente silenziati e non rappresentati all’interno delle nostre comunità e società. Sebbene il Covid-19 ci abbia colpito tutti, le differenze sociali e le disuguaglianze sono state accentuate dalla pandemia, enfatizzando le mancanze in assenza di legislazione e protezione delle persone trans e non binary».
Più informazioni sul progetto: TMM report 2016.