Giusy – Lettera a un medico

Carissima Maria,

ieri sera ho visto il viso di tanti tuoi colleghi segnato dalla fatica e dalle mascherine. Sono rimasta molto turbata, soprattutto quando una tua collega ha testimoniato di non riconoscersi più e di non riconoscere il suo reparto e tutti gli altri suoi compagni di lavoro.

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Non ho fatto altro che pensarti, sei così giovane, e già combatti in prima linea una guerra, il cui nemico non si riesce a debellare: nessun farmaco è ancora stato trovato per uccidere questo maledetto virus che si è appropriato della nostra vita.

Ho deciso di scriverti per dirti di non mollare, di non abbatterti, perché tanti hanno bisogno di te!

Ti ho vista crescere in saggezza ed altruismo, ecco perché hai scelto di diventare medico. Ti ho seguita nei tuoi viaggi in Africa e adesso… ecco qui la nostra Africa. L’Italia tutta è preda di questo nemico invisibile, assieme al mondo intero.

Le tue braccia, le tue mani, la tua mente, il tuo cuore servono qui ed ora. Questo ti dia il coraggio necessario ad andare avanti. So, conoscendoti, che presterai il tuo servizio con amore e abnegazione, ma so anche che sei molto provata e stanca.

Ricordi le nostre lunghe conversazioni sulla gratuità del servizio prestato agli altri? Tu, come me e meglio di me sai cosa implichi. Siamo tutti chiamati a far fruttare i nostri talenti ed il tuo, in questo preciso momento è di vitale importanza!

Pensa a quante vite puoi salvare ed anche se non avrai tempo per chiudere gli occhi e riposare, so che non abbandonerai il campo: ciascuno nasce con una sua eredità ricevuta gratuitamente ed è arrivato il momento di elargire questa eredità.

Ora fai un bel respiro e pensa all’Africa, dove i bambini nascono e muoiono per mancanza di cibo e di cure mediche. Pensa a quanto siamo stati fortunati, fino ad oggi, ad essere nati in un continente in cui non ci è mancato nulla, nemmeno la libertà di esprimere il nostro pensiero.

Oggi siamo messi alla prova, così ci sono stati tolti gli amici, i parenti e, soprattutto la libertà di muoverci. È come se questo virus agisse da tiranno e ci punisse di non aver compreso quanto ricchi eravamo prima della sua comparsa.

In casa siamo rimasti in tre, io mia figlia e la piccolina, che tu non conosci. Sapessi quanto è bella!

Ieri sono stata costretta ad uscire per andare a fare la spesa, dopo aver preso le dovute precauzioni. Tu non riconosci il tuo reparto, io non ho riconosciuto il supermercato in cui mi servo solitamente: molti scaffali erano vuoti, depredato quello del latte, così ho dovuto accontentarmi di ciò che era rimasto, poco e niente!

Siamo in guerra, ho pensato e, fino a quel momento, non avevo tenuto conto delle conseguenze materiali.

Il tiranno ride di noi, mentre viaggia per il mondo da una stazione all’altra, da un aeroporto all’altro. Pensavamo di avere in mano il mondo, ma oggi siamo costretti a fare un passo indietro, a rivedere tutta la nostra vita con le nostre abitudini.

Quando sono tornata a casa, ho cercato di mettere in pratica tutte le indicazioni che ci vengono date giornalmente, affinché si cerchi di limitare ogni possibile contagio.

Surreale, questa è la parola più appropriata. Tutto questo è surreale!

Ho aperto la porta del balcone dove le rose non tarderanno a sbocciare. La piccola fortunatamente non comprende. Gli asili sono stati chiusi e lei mi cerca in continuazione per giocare. Non capisce cosa stiamo vivendo; un giorno chissà se avrà qualche ricordo di queste giornate trascorse in casa.

Maria carissima, per tutti i bambini, per tutti coloro che sono stati affidati alle tue cure, ti chiedo di non mollare! Ce la farai e noi tutti ce la faremo e questa lunga notte sarà solo un brutto sogno.

Il nemico non sa che ci sono uomini e donne coraggiose, proprio come te, capaci di combattere fino all’ultimo respiro. Questo tiranno non sa che ci riprenderemo la nostra libertà, che torneremo ad abbracciarci e baciarci e, grazie a lui, lo faremo più forte e più a lungo, con maggiore consapevolezza.

Il suo piano fallirà davanti al nostro coraggio e alla nostra capacità di rialzarci, Si allontanerà sconfitto, perché credendo di farci male, in fondo ci renderà migliori.

Per questo, vicina a te, combatto la mia lotta quotidiana, senza alcuna paura.

Forza, Maria, CE LA FAREMO!

Ti abbraccio e ti stringo al mio cuore.

Giusy

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