Testimonianza della stanza accanto. Questa notte ho fatto uno strano sogno. Mio nonno morto anni fa, mi ha chiamato e mi ha detto di seguirlo. Titubante e sospettoso, ho seguito il suo consiglio pensando che mi avrebbe portato in un luogo lontano.
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Ahimè, mi sono trovato in una stanza vicino, piena di persone amiche. Perplesso ho chiesto da quanto tempo erano sedute in quel luogo ad aspettarmi. Tutte in coro mi hanno risposto che erano in quel luogo da sempre, anzi, ero io che con il frastuono non avevo mai sentito le loro voci. Sempre più perplesso chiedo al nonno che cosa sta succedendo. Lui, come al solito, con il suo sorriso serafico e con sguardo penetrante mi sussurra “tranquillo sei in buone mani, ma piuttosto cosa sta succedendo fuori che non ci sono rumori?”.
“Come nonno, non sai che siamo in quarantena, tutti a casa, c’è un virus che ci sta uccidendo”.
“Si lo so, mi hanno detto qualcosa, però ci sono tanti eroi che stanno facendo il possibile per salvare l’ umanità”.
“Nonno ho paura, il silenzio mi uccide dentro” gli rispondo impaurito.
Nonno Massimo, mi risponde così: “Vedi caro nipote, per anni sei stato troppo impegnato a parlare con amici virtuali, sui social con l’incognito, a correre e non arrivare mai in tempo, ad avere certezze in tutto, a trovare soluzioni in ogni momento, a essere connesso con il mondo… e adesso che sei solo con la tua anima hai paura. Io ho combattuto la prima guerra mondiale e sono stato via da casa per sette anni, tuo padre ha combattuto la seconda guerra mondiale ed è stato prigioniero per tre anni, abbiamo tutti vissuto assieme alla paura, non avevamo certezze del domani e ci siamo adoperati con il nostro per farvi capire la parola progresso. La morte faceva parte della nostra esistenza e cercavamo di conviverci. Ora tu e la tua generazione… questa parola vi fa orrore. Quello che sta succedendo fuori da questa stanza è una leva sociale. Tutti possono morire, sia il ricco che il povero. Tutti abbiamo e avete bisogno l’uno dell’altro, perché non mantenere un comportamento adeguato può portarvi alla malattia. Adesso tutti siete nei vostri comodi divani, ma non sapete accettare l’ignoto perché vi manca la forza interiore. Siete stati abituati al tutto e facile”.
Cosi dicendomi mi accompagna alla porta. Comincio ad urlare: “Nonno nonno, aiutami. Cosa devo fare adesso?
La sua risposta è questa: “Torni nella tua stanza e da domani inizi di nuovo come abbiamo fatto noi, a ricostruire il mondo prendendo il meglio delle persone. Ognuno deve fare la sua parte con onestà e senso civico, ascoltando la propria coscienza si può dire che il bene tuo è di tutti, e chi bara è il male di tutti. Ognuno nel silenzio interno deve ricostruire l’umanità intera, nel rispetto di coloro che hanno perso la vita adesso e che mettono in gioco la propria esistenza per garantire il futuro”.
Suona la sveglia, ma per me è un giorno diverso.
Claudio
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