Chi sono i Puppy? Cosa significa Puppy Play? Vi sarà capitato, negli ultimi anni, di vedere alcune persone indossare una maschera da cane, spesso in pelle, orecchie, museruola e collare compresi.
Hanno fatto la loro comparsa sempre più orgogliosamente in particolare durante le parate dei pride in tutta Italia. E di primo acchito può sembrare una pratica associata al mondo BDSM (Bondage Dominazione Sottomisione Masochismo). Ma chiacchierando a tu per tu con un “puppy” ci si rende subito conto che si tratta di uno stile di vita semplicemente teso a emulare il proprio sentirsi liberi di vivere “sereni e spensierati”. Insomma, i “puppy” sono solo alla ricerca di coccole e allegria sentendosi affini agli amici a 4 zampe.
Se ne potrà rendere conto anche il lettore con la nostra intervista a “Puppy Axel” – Alessio (ufficialmente) nella vita di tutti i giorni. Ecco cosa ha risposto alle nostre domande…
Da quanto sei un “Puppy”? Perché hai iniziato?
«Puppy Axel è apparso per la prima volta nel marzo 2018 (considerando gli anni canini sono ancora un cucciolo!), ma in realtà era presente da molto tempo. Ho sempre sentito dentro di me qualcosa fin dalla giovane età. Quando era carnevale volevo sempre vestirmi da cucciolo e rimanevo sempre incantato dai cartoni animati in cui erano presenti animali antropomorfi. Tra tutti, ovviamente, mi affascinava la figura del cane, animale giocherellone, coccoloso e sempre leale (un po’ come il mio carattere).
Ho iniziato ad uscire allo scoperto quando mi è capitato di trovare in rete il documentario della BBC sul Puppy Play in Inghilterra e successivamente approcciando un gruppo di puppy durante il Milano Pride 2017. Da lì ho iniziato a scoprire meglio questa parte di me a cui poi ho dato un nome, una identità (e un musetto)».
Cosa significa essere un “Puppy”?
«Non credo esista un significato univoco sull’essere un puppy in quanto può essere vissuto in mille modi diversi. Per me essere un puppy vuole dire vivere una natura canina in piena regola: giocare con la pallina, abbaiare e giocare alla lotta con il mio ragazzo/cucciolo, voler essere coccolato, portato al guinzaglio ecc. Insomma mi piace fare tutte quelle attività che farebbe un cucciolo di cane (anche quelle più dispettose, che sono le mie preferite).
Inoltre, questa dimensione mi aiuta ad “uscire” dalla mia quotidianità e a dimenticare quelli che possono essere i pensieri della vita (stress del lavoro, pensieri sul domani ecc) grazie ad uno spazio dove l’unica cosa a cui devo pensare, ad esempio, è ricevere dei grattini».
Il Puppy Play è contemplato solo in ambito LGBT oppure no?
«Assolutamente no! Il puppy play non riguarda l’orientamento sessuale o il genere. Esistono puppy LGBTQIA (e tutte le lettere), ma anche puppy etero, come anche puppy uomini e puppy donne».
Vita da Puppy: più gioco o più maschera/ruolo sociale? Cosa sono per te i ruoli e le maschere?
«Anche qui, non esiste una risposta giusta o sbagliata. Tutti possono vivere il puppy play nel modo più corretto e/o coerente a seconda del loro essere e della loro natura. Esistono puppy (come nel mio caso) in cui il lato giocoso prevale rispetto alla sfera sessuale. Esistono puppy “sottomessi” ad un padrone, puppy che invece hanno un compagno (un puppy e/o un fidanzato) oppure puppy che hanno un Handler ovvero una persona, diversa dal concetto del Master del mondo BDSM, che si comporta da semplice “addestratore” del cucciolo.
Ovviamente esistono anche altre centinaia di sfumature, ho cercato di riassumervi i casi più ricorrenti.
Anche per la maschera e i vari accessori, il concetto è lo stesso: io mi sento puppy nella vita quotidiana anche quando non indosso la maschera, il collare e accessori vari, mentre per altri l’aspetto fetish di indossare certi tipi di abbigliamento è fondamentale».
Cosa significa che sei “Proud Owner of @Wyttthecattledog” come scrivi sul tuo account instagram? Ha a che fare con il mondo BDSM?
«Wyatt è il mio compagno di vita, il mio ragazzo e anche il mio cucciolo. Per lui sono un Alfa e lui per me è un Beta e come tale ci apparteniamo a vicenda. Nel nostro caso non si tratta di qualcosa legato al mondo BDSM, semplicemente abbiamo una piccola gerarchia interna tra noi due.
Come puppy Alfa ho il compito di guidarlo, aiutarlo e proteggerlo nella vita, lui come Beta si affida a me e mi supporta in tutti gli aspetti della mia vita (o sopporta a seconda dei punti di vista). Alla base del nostro rapporto, rimane comunque un rapporto di amore sia come umani, sia come cuccioli».
Su Twitter, invece, scrivi che sei un labrador “in love” con un husky. Ogni Puppy sceglie anche la razza canina di appartenenza?
«Si, molti puppy si identificano (non scelgono) in una razza canina a seconda dei loro caratteri, lineamenti, modi di essere. Infatti, le caratteriste tipiche di un labrador (un cane socievole, con una eleganza tutta sua e un grande rispetto per la famiglia) sono caratteristiche che trovo spesso in me, mentre come l’Husky anche il mio ragazzo è dolce, affettuoso, vivace, ma anche dispettoso quando non gli do le dovute attenzioni (mi butta sempre i cuscini già dal letto quando io sto al pc e non vado a coccolarlo)».
Chi è Alessio nella vita di tutti i giorni?
«Mi piacerebbe saperlo! Scherzi a parte, Alessio è un ragazzo come tutti gli altri, con i propri sogni, aspirazioni, problemi, voglia di vivere come qualsiasi altra persona al mondo. Ho una famiglia che mi vuole bene, un ragazzo che mi ama, un lavoro che mi soddisfa, ho ancora però tanti sogni e aspettative nella vita da portare a termine prima o poi.
Sicuramente Alessio ora è una persona felice, soprattutto dopo aver liberato una parte dentro di se che teneva nascosta da anni».
Sei impegnato nell’attivismo LGBT?
«Lo ero. Ho fatto per anni il volontario presso il CIG Arcigay di Milano iniziando nel gruppo scuola del CIG fino all’organizzazione del Milano Pride. Attualmente ho messo da parte questo aspetto del volontariato per un susseguirsi di cambiamenti in ambito lavorativo e non solo, ma non escludo di riprendere un domani. Sono state delle bellissime esperienze che mi hanno arricchito come persona e che mi hanno dato molte soddisfazioni.
Consiglio a tutti i lettori di provare l’esperienza del volontariato all’interno di arcigay o altre associazioni! Sono esperienze che arricchiscono la vita».
Hai subito discriminazioni?
«Come umano no, come puppy mi è capitato solo questa estate, in Grecia visitando il Partenone. Sono un ragazzo che ama la storia e anche ad Axel piace molto, quindi capita spesso che mi faccio delle foto da puppy durante i miei viaggi.
In quell’occasione ho voluto fare una foto davanti al Partenone, ma sono stato ripreso dalla vigilanza quando ho cercato di indossare la mia maschera puppy! I Greci sono un popolo molto rispettoso della loro storia e forse in quel caso ho sbagliato io (ammetto però di aver avuto solo buone intenzioni, non volevo mancare di rispetto)».
Qual è – se c’è – la critica che ti senti maggiormente rivolgere?
«Non so se considerarla una critica, ma molte persone (specie nell’ambito LGBT*) si rivolgono a noi puppy considerandoci delle “Cagne” ovvero “persone dai facili costumi sessuali“.
Secondo me questo è altamente offensivo nei miei confronti e fanno capire il livello di ignoranza sulla pratica del puppy play, che è innanzitutto una questione interiore dell’individuo. Tra l’altro il cane è un simbolo di lealtà e amore incondizionato verso un’unica persona (o famiglia) e poco si presta al cambiamento con altri proprietari».
C’è qualcosa che vorresti ti chiedessero e non ti chiede mai nessuno?
«Più che domande, mi piacerebbe ricevere molti più grattini dalla gente che incontro! Scherzi a parte, nelle mie innumerevoli uscite pubbliche come puppy, mi sono state fatte molte domande, tranne quella più scontata ovvero chiedermi se sono felice di essere un puppy. E la risposta è si! Sono felice di aver liberato questa mia identità interiore, perché non c’è niente di più bello di essere se stessi (in tutte le proprie sfumature)».
Tu e il tuo compagno avete una canzone?
«Non l’abbiamo mai eletta come “canzone di coppia”, ma credo che la canzone “Try Everything” di Shakira del film di animazione “Zootropolis” sia la canzone che più ci rappresenta».