“Sexuality Education for all: a bridge to sexual health” (“L’educazione sessuale per tutti: un ponte per la salute sessuale”). È il tema al centro della Giornata mondiale del Benessere Sessuale (World Sexual Health Day) per il 2019. Per questo 4 settembre si è scelto quindi di sottolineare la necessità di sviluppare relazioni complete e di diffondere l’educazione alla salute sessuale per tutti.
Oltre a chiedere di migliorare l’educazione sessuale completa (CSE, Comprehensive Sexuality Education), l’Organizzazione Mondiale della Sanità (che nel 2010 lanciò questa ricorrenza) oggi pone l’accento sulla necessità di realizzare uno strumento “standard”, riconosciuto da tutti, in grado di misurare pratiche, comportamenti e risultati relativi alla salute sessuale.
World Sexual Health Day: una ricorrenza nata nel 2010 con il coordinamento della World Association for Sexual Health
La Giornata Mondiale del Benessere Sessuale è nata nel 2010 ed è coordinata dalla World Association for Sexual Health (WAS), quest’anno ai 40 anni di attività. Lo scopo, da sempre, è quello di promuovere una maggiore consapevolezza sociale della salute sessuale.
Di fatti, come ricorda l’Oms, “la salute sessuale è uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale in relazione alla sessualità; non è solo assenza di malattia, disfunzioni o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza. Per la salute sessuale, da raggiungere o mantenere, i diritti sessuali di tutte le persone devono essere rispettati, protetti e messi in atto”.
Giornata mondiale del Benessere Sessuale: pensiamo a tutti, davvero
Così, guardando a questa definizione, non possiamo fare altro che pensare a quanto lecita e inclusiva sia anche la motivazione del comitato LoveGiver e i suoi sforzi per introdurre in Italia la figura dell’OEAS, l’Operatore all’Emotività, all’Affettività e alla Sessualità (qui la nostra intervista a Max Ulivieri, il fondatore, per maggiore approfondimento).
“Vogliamo sottolineare – scrivono infatti gli organizzatori della Giornata mondiale del Benessere Sessuale – che le persone di ogni età e contesto sociale dovrebbero poter accedere a una educazione sessuale”. Da qui, l’idea di un’educazione alla sessualità inclusiva, proclamata anche dalla “Declaration of Sexual Rights” (dichiarazione dei diritti sessuali) del WAS. Qui, l’articolo 10, sottolinea che “l’educazione sessuale a cui tutti avrebbero diritto deve essere: adeguata all’età, scientificamente corretta, culturalmente valida e basata sui diritti dell’uomo, la parità di genere e un approccio positivo alla sessualità e al piacere”.
Giornata mondiale del Benessere Sessuale in Italia: tutto tace soffocato dai tabù
Intanto l’Italia, nonostante sia tra i 35 Paesi aderenti alla Giornata mondiale del Benessere Sessuale, fa passare in sordina le iniziative del 4 settembre. Tanti i tabù che ancora legano gli abitanti dello Stivale al silenzio, tabù deleteri che spesso portano dalla disinformazione alla malattia.
Di fatto, come sottolinea una recente indagine condotta su oltre 40mila adolescenti e adulti (fonte paginemediche.it) sono ancora molte le lacune in materia, soprattutto per quanto riguarda le malattie sessualmente trasmissibili e la fertilità: “Il progetto ‘Studio nazionale fertilità’, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e condotto, tra il 2016 e il 2018, con la collaborazione delle Università La Sapienza di Roma e Alma Mater Studiorum di Bologna, oltre che dell’ospedale evangelico internazionale di Genova, ha dipinto un ritratto dei ragazzi italiani (oltre 16.000 adolescenti tra i 16 e i 17 anni) svelando una conoscenza ancora approssimativa delle informazioni utili a vivere la sessualità senza tabù e a evitare infezioni e gravidanze indesiderate”.
Inoltre, in tema contraccettivi l’Italia resta ancora sulla soglia dell’ignoranza: secondo uno studio della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (Fiss) del 2018, solo il 56,61% degli italiani ha detto di usarli abitualmente, mentre il 20% ha risposto di non utilizzarli “mai”. Il resto se ne ricorda “a volte sì e a volte no”. Tra tutti i contraccettivi nel Bel Paese prevale il preservativo, ma in tanti ancora utilizzano il metodo del “coito interrotto” sperando così di evitare gravidanze.
Allora, per contribuire a spingere l’opinione pubblica a parlare di salute sessuale e, quindi, a diffondere sempre più educazione sessuale, possiamo iniziare dai social con l’utilizzo degli hashtag ufficiali: #WorldSexualHealthDay, #WSHD2019 e #sexualityeducationforall.
Foto apertura © World Health Organization