L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha concluso sabato una visita di due giorni in Libano rendendo omaggio al governo e al popolo libanesi, che continuano a dare accoglienza al più elevato numero di rifugiati pro capite del mondo.
Nel corso degli incontri col governo, ai quali hanno partecipato il Presidente della Repubblica Aoun, il Presidente del Parlamento, i Ministri degli Esteri, dell’Interno, degli Affari sociali e dei rifugiati e il Direttore generale della pubblica sicurezza (GSO), l’Alto Commissario ha ribadito l’impegno dell’UNHCR a garantire ininterrottamente supporto al Libano, sostenendo tanto i rifugiati quanto le comunità libanesi. Grandi ripeterà il proprio appello in occasione di un’importante conferenza umanitaria per la Siria che si terrà a Bruxelles in settimana.
“Dopo otto anni di questa guerra terribile, l’impatto sul Libano è davvero pesante e non può essere ignorato dalla comunità internazionale”, ha dichiarato l’Alto Commissario Grandi, arrivato in Libano in seguito a una visita di tre giorni in Siria. Ha riconosciuto la crescente fatica del Paese, che accoglie oltre un milione di siriani da tanti anni, ma ha espresso la speranza che tutto ciò non porti a un aumento di restrizioni che, ha affermato, potrebbero fomentare tensioni sociali.
Alcuni rifugiati siriani hanno già deciso di tornare nel proprio Paese. Lo staff dell’UNHCR incontra le persone prima che partano per assicurarsi che posseggano tutti i documenti necessari, quali certificati scolastici e di nascita, ed è presente inoltre presso i luoghi di partenza di tutti i movimenti organizzati dal GSO. L’accesso ai rifugiati che rimpatriano è richiesto, inoltre, in Siria. Durante gli incontri tenuti a Damasco, l’Alto Commissario Grandi ha lanciato un appello affinché l’UNHCR possa accedere più efficacemente alle aree in cui fanno ritorno i rifugiati, misura che contribuirebbe a ricostruire fiducia, e aumenti la presenza dell’UNHCR per garantire ulteriore supporto agli sfollati interni e ai rifugiati rimpatriati.
Sabato, durante una visita ad alcune famiglie che vivono in insediamenti informali vicino a Tripoli, l’Alto Commissario ha ascoltato testimonianze che confermano quanto rivelato dai sondaggi dell’UNHCR, secondo i quali la maggior parte dei rifugiati presenti desidera tornare nel proprio Paese. In pochi sono tornati, molti sono trattenuti da timori e preoccupazioni. “I rifugiati siriani vogliono essere certi di poter fare ritorno in modo sicuro e dignitoso”, ha affermato l’Alto Commissario.
Grandi ha aggiunto che le preoccupazioni manifestate dai rifugiati riguardano cinque tematiche: sicurezza e incolumità (rappresaglie, persecuzioni, leva militare obbligatoria); alloggio (ristrutturare o ricostruire case distrutte); accesso ai servizi (istruzione, assistenza sanitaria); questioni legali (documenti d’identità, atti di proprietà) e accesso ai mezzi di sostentamento di base.
L’UNHCR in Siria attualmente sta lavorando per superare alcuni di questi ostacoli, in particolare consigliando le autorità sulle questioni inerenti i documenti, offrendo ai rimpatriati riparazioni minime delle case danneggiate affinché possano rioccuparle, ristrutturando scuole e panifici, e assicurando aiuti umanitari nella fase iniziale per permettere di reintegrarsi.