Gestiscono hotel, ristoranti e bar e condividono una scelta: inserire nel proprio staff lavoratori con sindrome di Down. Oggi assicurano: “Il clima di squadra è migliorato, c’è più tolleranza tra i dipendenti e i clienti sono contenti. Come se non bastasse, c’è anche un vantaggio economico”. Sono 198 le persone con sindrome di Down della rete Aipd che lavorano: circa il 16,4% dei soci maggiorenni.
“Non aiutarmi a realizzare un sogno: considerami un lavoratore”: è quello che chiedono i giovani dell’Associazione Italiana Persone Down, che in occasione del Primo maggio tornano a lanciare il proprio hashtag: “#DownLavoro”. Non un sogno, quello dell’inserimento lavorativo, ma un obiettivo e anche una realtà, come raccontano nel video “Inclusione lavorativa” nove imprenditori europei che hanno scelto di inserire nel proprio staff lavoratori con sindrome di Down. E sono soddisfatti di questa scelta, non solo giusta ma anche conveniente: migliora il clima di lavoro e l’affiatamento del gruppo, piace ai clienti e conviene anche dal punto di vista economico.
Lavoratori con sindrome di Down, i numeri
Al 31 dicembre 2018, sono 198 le persone con sindrome di Down della rete Aipd che lavorano con contratto a tempo determinato o indeterminato: circa il 16,4% del totale dei maggiorenni presenti nella rete. Tre quarti di questi hanno un contratto a tempo indeterminato e provengono soprattutto da centro (58,1%) e sud (25%), dove la rete Aipd è più presente e più carente il servizio pubblico.
Nel 2018 sono state realizzate 42 nuove assunzioni tramite i progetti di Aipd, di cui 13 a tempo indeterminato, attivati 79 nuovi tirocini extracurriculari a norma di legge e 14 stage brevi in Italia e all’estero. La maggior parte degli inserimenti avviene in azienda, il resto in cooperative sociali di tipo B.
Diverse le tipologie delle aziende che impiegano questi lavoratori: si tratta, nel dettaglio, di bar, pub, ristoranti, mense, supermercati, gelaterie, fast food, hotel, librerie, enti pubblici, fabbriche, farmacie, parrucchieri, case di riposo, negozi di ottica, aeroporti, negozi di abbigliamento, una banca e una scuola di lingue. Dall’inizio del 2019, sono stati avviati, grazie ai progetti “Chi trova un lavoro” e “Persone con sindrome di Down al lavoro”, 17 tirocini locali e 9 tirocini fuori città di una, due o tre settimane continuative.
“Fino a non molti anni fa sembrava impossibile parlare di lavoratori con sindrome di Down nel libero mercato – commenta Anna Contardi, coordinatrice nazionale di AIPD – Oggi sappiamo che è possibile e utile, per il lavoratore, per l’azienda e per la società. Ci insegnano ogni giorno che l’attenzione alle piccole cose e alle persone ci fa vivere meglio, tutti, e che questa cosa ci riguarda”.
Parola agli imprenditori che hanno assunto lavoratori con sindrome di Down
Il bilancio è completamente positivo: sono del tutto soddisfatti i nove imprenditori europei (italiani, ungheresi, spagnoli e portoghesi), aderenti al marchio “Valueable” (promosso da Aipd per evidenziare l’impegno delle imprese negli inserimenti lavorativi) che hanno assunto uno o più lavoratori con sindrome di Down, in particolare nel settore della ristorazione e dell’accoglienza alberghiera: Neus Guiu (Spagna), Tulay Bourne (Turchia), Manuel Gonzales (Spagna), Simao Sà (Portogallo), Benkò Szolt Ungheria), Kezdì-Schlachta Làszlò (Ungheria), Celio Fernandes (Portogallo), Miquel Lopez llena (Spagna), Fabio Spada (Italia).
Le loro testimonianze sono state raccolte nel video “Inclusione lavorativa”, diffuso da AIPD in occasione del Primo maggio. “I nostri clienti apprezzano il fatto che la nostra azienda dia il proprio contributo alla società”, afferma Neus Guiu.
“Rober ha lavorato tanto e con molto impegno, a mio parere grazie a lui l’ambiente di lavoro è molto migliorato”, riferisce Manuel Gonzales.
“Abbiamo davvero notato un gran miglioramento nel nostro team – afferma Simao Sà – Hanno lavorato molto meglio come squadra, abbiamo avuto un buon feedback anche dai nostri clienti. Alcuni sono venuti alla reception e volevano saperne di più sul progetto. Quando ho spiegato loro cosa stava succedendo, alcuni hanno detto: ‘Tornerò proprio per questo‘”.
Anche per Benkò Szolt “l’atmosfera è molto più piacevole e serena da quando lei lavora con noi. Le persone sono più tolleranti tra loro”. Miquel Lopez llena vuole innanzitutto “superare i luoghi comuni, non parlando di una persona amabile. Voglio parlare di Guillem come lavoratore – precisa – È molto interessato ad imparare e a fare cose diverse. Saremmo lieti se, alla fine del suo stage, potesse continuare con noi un contratto di lavoro, nella forma più conveniente per entrambe le parti”.
Infine, c’è la testimonianza di un imprenditore italiano, Fabio Spafa, che ha assunto Niccolò all’interno del proprio locale: “Penso che per tutti, a partire da me, il rapporto con Niccolò abbia cambiato il modo di approcciarsi, sia ai propri colleghi di lavoro sia al lavoro stesso. È un calmante naturale, Niccolò è una persona affidabilissima e assolutamente inseribile in un contesto lavorativo non solo per fare del bene o come forma di assistenza, ma in quanto lavoratore che rende esattamente come gli altri. E se questa è la molla che devo usare con i colleghi ristoratori per convincerli – conclude – dirò che è molto conveniente assumere persone come Niccolò”.
Primo maggio, flash mob “#DownLavoro” in diverse città
AIPD celebra la giornata del Primo Maggio con un flash mob che si svolgerà alle ore 11 in molte città italiane e che sarà possibile seguire e condividere sui social con l’hashtag #downlavoro. L’evento, il cui obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’inserimento al lavoro delle persone con sindrome di Down, è una delle attività previste dai progetti “Lavoratori con sindrome di Down, da assistiti a contribuenti” e “Chi trova un lavoro trova un tesoro“, finanziati rispettivamente dal Dipartimento per le Pari Opportunità e dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
Il DownTour è anche lavoro
E’ intanto in cammino il camper di AIPD contro il pregiudizio: è partito da Roma il 21 marzo il DownTour, che finora ha fatto tappa, dopo la capitale, a Viterbo, Perugia, Grosseto, Livorno, Viareggio, Pisa e Prato e dal 27 maggio si trova a Bergamo. Migliaia le persone intercettate dall’equipaggio, che si alterna a bordo del camper, ma è sempre composto da una o due persone con sindrome di Down, insieme a familiari e tutor. Tra i temi al centro degli incontri e delle attività promosse nelle oltre 35 tappe in programma, c’è anche l’inserimento lavorativo. Il DownTour è stato promosso da AIPD per il 40° anniversario dell’associazione, che per l’occasione ha realizzato – con Lino Guanciale e Frognroll – anche uno spot, in cui il lavoro è di nuovo tra i protagonisti.
Foto apertura: campagna #downlavoro 2019. I testimonial sono cinque persone con sindrome di Down, residenti a Roma, che lavorano, assunte con regolare contratto: Fabrizio (Daiichi Sankyo) Laura (Comune, XIV municipio), Valerio (Mercato Centrale), Giovanna (Bar Banquetin) e Andrea (Camping Village).